ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

In Fvg tre sistemi di geolocalizzazione, ma “ancora molto dobbiamo fare”

Ieri un uomo è morto sul Cilento, dopo aver dato l’allarme chiamando il 112. I soccorsi non sono riusciti ad arrivare in tempo. L’assessore Riccardi spiega quali modalità di geolocalizzazione sono a diposizione dei soccorritori.

“Il Friuli Venezia Giulia, fra le Regioni che hanno adottato il numero Unico per le Emergenze – NUE 112, si avvale di tre sistemi di geolocalizzazione che possono permettere l’individuazione del punto di chiamata da parte di chi chiede soccorso. Rispetto a quanto ereditato, nonostante gli errori possano sempre verificarsi, la situazione è migliorata anche se ancora molto dobbiamo fare”. Lo ha dichiarato il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, a commento di quella che è una delle notizie della giornata di ieri, ovvero la mancata individuazione di una persona caduta in un crepaccio in una zona impervia del Cilento e deceduta prima dell’arrivo dei soccorsi. “Le nostre modalità di geolocalizzazione – ha continuato Riccardi – ci hanno permesso di intervenire 533 volte solo nel mese di luglio in casi nei quali l’individuazione del punto di chiamata, con i normali sistemi, risultava inesatta”.

Il vicepresidente ricorda solo uno degli esempi delle ultime settimane: la chiamata da un luogo di un incidente in val d’Arzino. “La zona individuata attraverso la cella telefonica – ha precisato Riccardi – copriva praticamente tutta la strada provinciale che da Clauzetto sale a sella Chianzutan. L’attivazione dei nostri sistemi più evoluti ha permesso ai mezzi di soccorso di individuare il punto esatto dell’incidente con un’approssimazione di pochi metri”. In questo caso i dati e le posizioni vengono trasferite anche ai mezzi in movimento: questo, ad esempio, permette all’elicottero di programmare il punto di ricerca mentre è già in volo, riducendo ulteriormente i tempi di intervento. Quali sono quindi le tecnologie che permettono l’individuazione del chiamante permettendone la sua geolocalizzazione? Quella più comunemente utilizzata individua la cella telefonica dalla quale arriva la chiamata: questo solo nelle regioni che come il Friuli Venezia Giulia hanno attivato il NUE 112. Nelle zone impervie, però, dove la copertura della singola cella può raggiungere parecchie decine di chilometri quadrati questa soluzione può risultare non sufficiente.

Il secondo sistema di geolocalizzazione è una app che si scarica gratuitamente sul telefonino e si chiama “Where are U”: il solo avvio dell’applicativo permette la trasmissione dati e quindi la localizzazione automatica dell’utente. Nonostante la sua semplicità e gratuità è scaricata poco dagli utenti: lo dimostrano le 60 chiamate al mese che arrivano attraverso di essa al NUE 112, a fronte delle oltre 1000 per effettive emergenze e 2000 totali. La app è molto precisa: per essere individuati è sufficiente la chiamata. Da rilevare che questa app permette anche chiamate “mute”: ad esempio nei casi in cui non si può parlare invia ugualmente un segnale di pericolo alla centrale individuando il chiamante e la sua posizione. Infine il terzo sistema di geolocalizzazione si chiama FlagMii e funziona in maniera semplice e intuitiva: all’utente che ha chiamato il 112, viene inviato un SMS la cui sola apertura dà avvio all’autorizzazione formale del trattamento dei dati personali e invia automaticamente i dati necessari alla sua geolocalizzazione con precisione dell’ordine di qualche metro. Condizione per il funzionamento di FlagMii è che sul cellulare siano attivi fonia e dati mobili.

Facebook