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In Brasile c’è chi rischia di morire per una birra.

L’azienda che produce la diffusissima birra Backer è nei guai.

Pare che negli ultimi mesi, in Brasile, siano state messe in circolazione alcune confezioni di birra “contaminate” da una particolare molecola tossica in grado di causare danni molto seri qualora venga ingurgitata. Fin ora sono state rilevate ben diciassette persone “avvelenate” dopo aver bevuto Backer, una delle quali è morta. Lo scandalo alimentare ha fatto eco in tutto il Brasile, tanto che la casa produttrice è stata costretta a ritirare momentaneamente la birra dal mercato per effettuare degli accertamenti interni.

 La prima persona è stata ospedalizzata il 30 dicembre 2019, a causa di un’insufficienza renale acuta e problemi neurologici quali paresi facciale, vista annebbiata e alterazione sensoriale. Per quanto riguarda i casi sospetti, la prima apparizione dei sintomi risiede al 19 dicembre 2019.  Finora è stato riscontrato che il numero medio di giorni tra l’apparizione dei sintomi e il ricovero è stato di due anni e mezzo.

Il Dipartimento della Salute dello Stato di Minas Gerais ha accertato quattro casi di intossicazione ed i rimanenti 13 sono sotto soggetti ad degli esami di accertamento in quanto hanno presentato avvisaglie rassomiglianti. In totale si tratta di sedici uomini ed una donna di età compresa tra 23 e 76 anni abbiano contratto un’intossicazione da glicole dietilenico.

 Il Ministero dell’agricoltura (Mapa) ha imposto a Cervejaria Backer di riconvocare ogniuna delle bibite industrializzate a partire dall’ottobre 2019 alla data corrente.

. Le analisi su campioni di prodotti Belorizontina e Capixaba concretizzati dal birrificio hanno convalidato la presenza dei contaminanti glicole monoetilenico e dietilenglicole. Questa pericolosa sostanza è stata trovata perfino nel sangue di alcuni di questi malati. Ambedue le sostanze sono utilizzate come antigelo nell’industria della birra. Mapa ha bloccato l’unità Três Lobos di Cervejaria Backer a Belo Horizonte, Minas Gerais, per motivi cautelari. Un totale di 139.000 litri di birra in bottiglia e 8.480 litri di birra alla spina sono stati confiscati e ugualmente le cisterne e gli altri strumenti di produzione sono stati sigillati.

 Al momento vengono seguite diverse linee di indagine tra le quali contaminazione fortuita e eventuale manipolazione da parte di un ex dipendente. I funzionari del birrificio hanno espresso che la ditta stava cooperando con analisi ufficiali e indagando dall’interno per scoprire come i lotti assimilati dalla polizia erano infettati. I risultati dei test indipendenti sono tuttora in sospeso. Tuttavia il birrificio Backer ha pubblicato sul proprio sito al link  http://cervejariabacker.com.br/  il comunicato che di seguito riportiamo tradotto:

“In questo momento, Backer rimane concentrato sui pazienti e sulle loro famiglie. La compagnia fornirà il supporto necessario anche prima di qualsiasi conclusione sull’episodio. È già disponibile per tutto ciò di cui hanno bisogno. Il birrificio informa che continua a collaborare, senza restrizioni, alle indagini. La compagnia continua a indagare internamente su ciò che sarebbe potuto accadere ai lotti di birra nominati dalla polizia. Backer ha affermato che la scorsa settimana ha richiesto competenze indipendenti e attende i risultati. Ribadisce che nel suo processo di produzione utilizza esclusivamente l’agente glicole monoetilenico. Al fine di scongiurare qualsiasi possibile rischio per la salute la nostra associazione, quindi, dato anche il risalto che ha avuto questa notizia al di là dei nostri confini, ritiene utile informare anche i nostri connazionali che si trovano all’estero, in particolare in Brasile, e che non potrebbero essere messi a conoscenza in virtù della circostanza che l’allerta è indicata in lingua portoghese.”

Tuttavia, la società ha rifiutato queste “diffamazioni” giacché i legali dell’azienda ritengono che solamnete le birre a marchio Belorizontina potrebbero essere interessate. Secondo la Backer, nel processo produttivo viene adoperato solo glicole monoetilenico. Nondimeno, i test su un serbatoio di raffreddamento impiegati nella generazione del lotto di birra Belorizontina L2 1354 sono tornati positivi per il glicole dietilenico. La sostanza era stata rilevata in campioni di un paio di birre dai lotti L1 1348 e L2 1348 forniti dai familiari dei pazienti. La birra Capixaba del lotto L2 1348 era positiva per glicole monoetilenico e glicole dietilenico. Le bottiglie delle famiglie delle vittime e della compagnia sono risultate inalterate e non hanno mostrato segni di manomissione.

articolo a cura di Francesca Tinelli.

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