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Il Sen. Licheri intervistato da Radio Cusano

Il senatore Licheri, durante un intervista a Radio Cusano ha parlato di diversi accadimenti che si sono svolti negli ultimi giorni, dalle votazioni sulla piattaforma Rousseau alle elezioni europee.

Ieri il senatore Ettore Licheri è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus durante il programma l’Italia s’è desta. Durante l’intervista sono stati trattati diversi temi, dalle votazioni sul caso Diciotti, all’arresto dei genitori di Matteo Renzi.

Le consultazioni online

Ieri gli utenti della piattaforma Rousseau hanno votato per decidere se Matteo Salvini dovesse essere messo a processo per il caso Diciotti. Licheri ha definito le votazioni di ieri come: “una pagina di democrazia diretta, partecipata. Questo significa avvicinare i cittadini ai processi politici, i cittadini troppo spesso vengono sottovalutati, perché qualcuno pensa che non abbiano abbastanza capacità conoscitiva delle questioni. Il quesito non aveva nulla di tecnico, era molto politico. È lo stesso quesito che verrà posto oggi ai senatori della giunta. Non credo ci voglia la laurea in giurisprudenza per rispondere. Io ho votato sì, cioè che in quei giorni si sia mosso collettivamente un intero governo e non il ministro”.

Ritorna qui uno dei motivi portanti della politica pentastellata: non penso che occorra una laurea. Il problema non è avere una laurea. Per far partecipar ei cittadini alle questione è necessario ripensare l’educazione alla cittadinanza. E questo non è possibile farlo dando in mano degli strumenti, senza un minimo di conoscenze pregresse. Se pensiamo solo al realizzare a livello pratico, senza però mettere dietro delle basi, creiamo un sistema zoppo e fragile. Per far crescere un democrazia diretta, progetto in ogni caso estremamente ambizioso, servono delle buone basi. Altrimenti si rischia di avere un gigante dai piedi di argilla.

I malfunzionamenti

Ovviamente la piattaforma Rousseau è stata presa d’assedio dalla persone che volevano esprimere il loro parare. Come tutti i siti internet assediati dagli utenti è andata in down, come si dice in gergo. Ovvero, ha ricevuto un sovraccarico di dati e ha smesso di funzionare. La senatrice 5 Stelle Elena Fattori non l’ha presa bene. In un lungo stato su Facebook si è sfogata dicendo: “L’associazione Rousseau usufruisce di 90.000 euro di soldi “pubblici”, versati dai parlamentari dai loro stipendi, dal mese di Marzo 2018. Quindi ha ottenuto circa un milione di euro per implementare la piattaforma. Ad oggi non è dato di avere né una fattura o una ricevuta del versamento né un rendiconto puntuale di come sono stati impiegati questi soldi. Almeno dovrebbe funzionare come un orologio svizzero. Non riesco neanche a connettermi.PS: tutti i mesi verso 300 euro e chiedo gentilmente, internamente, una fattura e il rendiconto. Mai ottenuto risposta . Quindi astenersi dal dire “i panni sporchi si lavano in casa” o “questi discorsi fateli internamente” perché non funziona.” Durante l’intervista a Radio Cusano, Licheri ha commentato: “Guarda un po’… abbiamo votato tutti, solo la Sen. Fattori non è riuscita a votare. Hanno votato in 50mila e solo lei non è riuscita a votare, chissà come mai”.

Le critiche

Ovviamente anche sul fronte interno non sono mancate le critiche al metodo utilizzato. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Giancarlo Giorgetti più volte si è detto contrario al voto online. Nonostante ciò, il giorno della votazione ha dichiarato che: “Sono sicuro che il voto online darà ragione a Salvini. In caso contrario gli iscritti M5S sfiduceranno il loro stesso governo”. Parlando della ritrosia del sottosegretario, Licheri ha commentato dicendo che: “Anche Giorgetti cade nel vecchio paradigma per cui il politico è l’unto del Signore, l’unico che può ritenersi legittimato ad occuparsi di certe cose. Giorgetti sbaglia perché non è così. Il punto è fare in modo che una decisione politica così delicata e importante non ricada solo sul capo politico come succede nella Lega oggi, ma che sia il più condivisa possibile”.

Le europee

Un altro argomento protagonista di questo periodo sono ovviamente le elezioni europee. Anche in questo caso, la situazione è estremamente complicata. Da una parte la Lega vuole allearsi con i partiti della destra populista, mentre il Movimento 5 Stelle vuole allearsi con altri movimenti. Quando è stato a Bruxelles alla ricerca di alleati, Di Maio ha postato una foto su Instagram con la seguente descrizione: “Siamo io, il polacco Pawel Kukiz, il croato Ivan Sincic e la finlandese Karolina Kahonen. Sono leader di movimenti che nei loro Paesi sono alternativi a quelli tradizionali, sono nati da poco e sono giovani, ma hanno un consenso sempre maggiore. Sono le energie più fresche e belle dell’Europa. Su alcune cose non la pensiamo allo stesso modo, ma stiamo preparando un manifesto comune la cui stella polare sarà la democrazia diretta. Il nostro sogno è un’Europa con più diritti sociali, più innovazione e meno privilegi. Un’Europa che mette al primo posto i bisogni dei cittadini.” Ma chi sono i possibili alleati? Kukiz da che era un sostenitore della destra moderata si è spostato molto più a destra ed è diventato ultranazionalista, contrario al Gay Pride, all’aborto e favorevole ad aumentare i poteri del presidente della repubblica. Sincic invece è il leader di un partito della sinistra populista. Vuole il blocco degli sfratti, la legalizzazione della marijuana e l’abolizione degli OGM. Infine Kähönen, unica donna del gruppo, è una studentessa ed ex assistente parlamentare. È membro di un partito di destra che, fino ad ora, non si è mai presentato alle elezioni. Secondo le proiezioni, il partito italiano più votato alle elezioni europee sarà la Lega. Secondo Licheri: “Gli indicatori che suggeriscono che a maggio ci sarà un nuovo orizzonte politico arrivano da più parti, ora bisogna vedere come verrà ridisegnata la geografia del Parlamento UE, ma è molto importante che non si perda le occasioni per ridisegnare le governance d’Europa”.

L’arresto dei genitori di Matteo Renzi

Una delle notizie che ha destato più scalpore negli ultimi giorni è sicuramente l’arresto dei genitori dell’ex leader del Partito Democratico Matteo Renzi. Tiziano Renzi e sua moglie Laura sono stati arrestati per bancarotta fraudolenta. L’ennesimo fatto giudiziario che coinvolge la famiglia Renzi. Si tratta di un’inchiesta che parte da lontano, per l’esattezza nel 2009. Più volte i due coniugi avrebbero acquistato e fatto fallire cooperative per poi lucrare in modo illecito. Affrontando questo tema, Licheri ha dichiarato che: “Da un punto di vista umano mi dispiace. Siamo di fronte a un fatto giudiziario nei confronti del quale posso solo portare massimo rispetto”.

 

A cura di B.P.

 

 

 

 

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