ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Il dolore del Papa per Christchurch

 

C’è il massacro di Christchurch al centro della preghiera del Papa nell’Angelus domenicale, una strage insensata per la quale il Santo Padre ha ancora una volta manifestato cordoglio e dolore: “In questi giorni, al dolore per le guerre e i conflitti che non cessano di affliggere tutta l’umanità, si è aggiunto quello per le vittime dell’orribile attentato contro due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda”. Assicurando la sua preghiera per le persone uccise, per i feriti e per le loro famiglie, il Pontefice afferma di essere “vicino ai nostri fratelli musulmani e a tutta quella comunità. Rinnovo l’invito ad unirsi con la preghiera e i gesti di pace per contrastare l’odio e la violenza”.

Una preghiera arrivata nella seconda domenica di Quaresima, coincidente con la contempleazione liturgica dell’evento della Trasfigurazione, “uno squarcio di cielo sulla terra”. Un momento in cui Gesù cambia il suo aspetto davanti ai discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, ai quali concede “di pregustare la gloria della Risurrezione”. Di fronte a quel nuovo splendore i discepoli rimangono stupiti e vorrebbero che “quel momento di grazia non finisse più”. La Trasfigurazione avviene nel momento in cui Gesù ha da poco annunciato ai suoi discepoli le sofferenze che verranno, la sua morte e la sua resurrezione. Egli sa “che loro non accettano questa realtà – la realtà della croce, la realtà della morte di Gesù –, e allora vuole prepararli a sopportare lo scandalo della passione e della morte di croce, perché sappiano che questa è la via attraverso la quale il Padre celeste farà giungere alla gloria il suo Figlio, risuscitandolo dai morti”. E questa sarà anche la via dei discepoli perché “nessuno arriva alla vita eterna se non seguendo Gesù, portando la propria croce nella vita terrena”.

Con la Trasfigurazione, spiega Papa Francesco, ci viene mostrata “la prospettiva cristiana della sofferenza. Non è un sadomasochismo la sofferenza: essa è un passaggio necessario ma transitorio. Il punto di arrivo a cui siamo chiamati è luminoso come il volto di Cristo trasfigurato: in Lui è la salvezza, la beatitudine, la luce, l’amore di Dio senza limiti”. Un modo, questo, con il quale Gesù “ci assicura che la croce, le prove, le difficoltà nelle quali ci dibattiamo hanno la loro soluzione e il loro superamento nella Pasqua”. Per questo è necessario chiederci in che modo siamo sul monte assieme a Cristo: “Con la preghiera silenziosa, la preghiera del cuore, la preghiera sempre cercando il Signore. Rimaniamo qualche momento in raccoglimento, ogni giorno un pochettino, fissiamo lo sguardo interiore sul suo volto e lasciamo che la sua luce ci pervada e si irradi nella nostra vita”. La preghiera in Cristo, infatti, “trasforma la persona dall’interno e può illuminare gli altri e il mondo circostante”.

Facebook