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IL DISPERATO GRIDO DI ALLARME DEI VIGILI DEL FUOCO: “SIAMO AL LIMITE”

Lunedì 20 giugno 2022 – “Noi salviamo vite umane! Noi siamo la speranza a cui i cittadini si aggrappano nei momenti di disperazione, quando tutto ormai sembra perso! Noi siamo i Vigili del Fuoco! Non possiamo essere trattati come freddi numeri all’interno di un bilancio!”.

Dure le parole del Segretario UIL PA Vigili del Fuoco Domenico La Barbera che si rivolge alla politica. “Non è con le pacche sulle spalle che facciamo soccorso, ma con uomini, mezzi ed attrezzature! Non servono interventi illogici, disarticolati e senza un reale progetto di sviluppo e potenziamento del Corpo Nazionale. A cosa serve, ad esempio, il graduale, tardivo e lento rinnovamento del parco automezzi, se poi manca il carburante per far muovere i mezzi o, ancora più paradossalmente, se manca il personale che li guidi?”

L’incendio di Malagrotta è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Segnalazioni analoghe giungono da ogni parte d’Italia da colleghi comprensibilmente ormai al limite della sopportazione.

“Se sopravviviamo ad un incendio o ad una esplosione, non abbiamo comunque scampo, ad ucciderci saranno sempre e comunque le malattie di cui soffrono i Vigili del Fuoco, con incidenze superiori alla media della popolazione e che dovrebbero allarmare le coscienze di tanti, ma anche l’indifferenza uccide!” chiosa La Barbera che evidenzia come la scarsità di dispositivi di protezione individuale, la mancanza di adeguati protocolli di decontaminazione, l’assenza di zone cuscinetto nelle caserme, fanno in modo che ogni minuto in più passato indossando DPI contaminati, all’interno di automezzi e caserme contaminate è un minuto in più di esposizione a sostanze letali.

“Nel resto del mondo è appurato che il 45% dei Vigili del Fuoco, se non muore di cancro, muore di malattie cardiovascolari, numeri per noi a dir poco allarmanti, “normali” a quanto pare per uno Stato che potrebbe e dovrebbe intervenire” prosegue La Barbera.

Molti Vigili del Fuoco sono costretti a nascondere le proprie patologie, a curarsi di nascosto, perché se sei malato e perdi l’idoneità al servizio, oltre alla salute perdi anche parte del sostentamento per la tua famiglia. “Un sistema che ti obbliga a fare questo genere di scelte, non è un sistema giusto ne tantomeno degno di un Paese civile!” conclude il Segretario Generale.

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