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I siciliani si ribellano a Salvini, tra stiscioni e canti partigiani

L’ultima tappa siciliana di Matteo Salvini è a Vittoria, dove a metà luglio i cuginetti Simone e Alessio furono falciati da un suv. Il ministro dell’Interno è arrivato nel municipio della città ragusana per un incontro con il prefetto di Ragusa, Filippina Cocuzza, i tre commissari che amministrano il Comune, Filippo Dispensa, Gaetano D’Erba e Giovanna Termini. Ci sono anche i vertici provinciali delle forze dell’ordine.
Un’abitante di Vittoria ha esposto sulle transenne collocate davanti al municipio quattro cartelli per contestare Salvini, mentre partiva un flash mob silenzioso di protesta di un centinaio di persone, tutte vestite di bianco, in silenzio, che protestano contro il vicepremier con un cartello con su scritto: “Il dolore non è propaganda”.

“Per noi non si fa propaganda sul dolore di due genitori, non si fa sciacallaggio mentre ci sono 150 persone ancora in mare. Non è consentito sentite dire che lei vuole prender i “pieni poteri” come Mussolini”, dichiara l’organizzatore del flash mob. Il riferimento è alla visita di Salvini ai genitori dei due bimbi morti . All’uscita dal Palazzo di città i manifestanti hanno insultato il leader della Lega urlando “sciacallo”, come era già avvenuto a Catania.
Salvini, dopo gli incontri istituzionali, ha incontrato i genitori dei due cuginetti ed è appasrso provato. “Ho consegnato ai genitori una medaglietta della madonna di Medjugorje e il mio impegno”, ha detto il ministro.

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