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Hiv in calo ma è comunque allarme tra i giovani

Con l’Aids non si scherza

In leggero calo i casi di Hiv nel 2016, ma è pericoloso comunque tra i giovani per la poca percezione del pericolo. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a pochi giorni dalla Giornata mondiale per la lotta all’Aids dell’1 dicembre. “Con l’Hiv non si scherza”, è il monito lanciato dal ministro, ed è anche il claim della nuova campagna di comunicazione sull’Hiv-Aids. I dati innanzitutto: sulla base delle ultime rilevazioni dell’Istituto superiore di sanità (Iss), nel 2016 sono state dunque riportate 3.451 nuove diagno si di Hiv. Si è osservato inoltre un aumento dell’età media alla diagnosi, nonchè un cambiamento delle modalità di trasmissione: diminuisce la proporzione di consumatori di sostanze per via iniettiva, ma aumenta la proporzione dei casi attribuibili a trasmissione sessuale. Sempre nel 2016 sono stati segnalati 778 casi di Aids conclamato e oltre il 50% dei casi di Aids segnalati era costituito da persone che non sapevano di essere Hiv positive. Le regioni con l’incidenza più alta sono Lazio, Marche, Toscana e Lombardia. Ed aumentano le diagnosi di Hiv tra gli stranieri che vivono in Italia: sono il 35,8%, pari ad un terzo del totale. Sono i numeri di “una guerra, con 69mila casi dall’inizio dell’epidemia nel 1982 e 44mila morti al 2014”, ha ricordato il direttore del Dipartimento Malattie infettive Iss, Gianni Rezza. Purtroppo, ha rilevato, “la percezione del rischio diventa sempre più bassa, tanto che vediamo un aumento relativo nella percentuale di casi proprio tra i giovani con meno di 25 anni, e questo è dovuto alla perdita di una memoria generazionale su questa malattia”.

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