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GVES, riduzione dei rischi di terremoti e di eruzioni

Analisi e studi per ridurre la pericolosità di terremoti e eruzioni vulcaniche

“Sulla pericolosità sismica sarebbe opportuno accantonare del tutto il metodo probabilistico. Abbiamo approfondito gli studi sulla previsione deterministica della pericolosità sismica, il Neo Deterministic Seismic Hazard Assesment, meglio noto come NDSHA e siamo arrivati alla conclusione che tale metodo ha fornito strumenti di valutazione della pericolosità sismica molto efficaci per la comprensione, la comunicazione e la mitigazione del rischio sismico”. Lo ha affermato Giuliano Panza, Accademico dei Lincei, Professore Emerito onorario presso la China Earthquake Administration e Professore onorario della Beijing University of Civil Engineering and Architecture ,già ordinario in Sismologia dell’Università di Trieste, che da anni sta conducendo studi avanzati in vari settori della sismologia. Abbiamo dimostrato che la previsione deterministica della pericolosità sismica si è rivelata corretta in occasione di tutti gli eventi che si sono verificati nelle regioni in cui le mappe NDSHA erano disponibili al momento del terremoto, inclusi quattro recenti eventi distruttivi dei quali, tre in Italia L’Aquila 2009 (M=6,3) 2012 (M=6,0) e la crisi sismica dell’Italia centrale 2016-2017 che ha raggiunto M=6,6, ed uno in Nepal nel 2015 (M=7,8). A questa lista può essere aggiunto il terremoto di Ischia del 2017. Siamo dinanzi ad un metodo più affidabile sul fronte della previsione della pericolosità associata ai terremoti.

Il metodo probabilistico, a differenza di quello neo-deterministico  non è mai stato convalidato da “test oggettivi”,  è stato dimostrato inaffidabile  come metodo di previsione dei tassi di occorrenza dei terremoti. Il metodo PSHA ha fornito dati errati e addirittura alcune volte anche funesti. Prove evidenti sono il terremoto in Armenia nel 1988, in Giappone nel 2011 ed in Emilia – Romagna nel 2012. Terremoti che si sono verificati in zone valutate a “basso rischio” dalle mappe di pericolosità sismica derivate secondo il metodo probabilistico”

Per città a rischio sismico e vulcanico, è necessario avere edifici e infrastrutture sicure. I 5 punti essenziali di Flavio Dobran, ingegnere termo – fluidodinamico, ricercatore italo –americano che sta conducendo da anni studi sulle eruzioni dei vulcani esplosivi e lo sviluppo delle energie alternative come la energie solari e termonucleari tendono a creare un territorio sostenibile e resiliente.

“Tale aspetto è al terzo punto del mio Pentalogo progettato per ridurre il rischio vulcanico ed in particolare per l’area interessata dal Vesuvio e per l’area dei Campi Flegrei – ha dichiarato Flavio Dobran – zone che studio da ben 25 anni cercando di valutare la pericolosità vulcanica dalla caduta di ceneri e dalla propagazione dei flussi piroclastici lungo le pendici dei vulcani. Il Pentalogo prevede ben 5 azioni le quali consentirebbero di mettere in sicurezza le popolazioni creando territori resilienti e sostenibili.  Il primo punto riguarda la ridefinizione di presenti Piani di Evacuazione del Vesuvio e dei Campi Flegrei. Sono necessarie ulteriori e più impegnative azioni come studi, confronti e discussioni tra rappresentanti delle istituzioni, la comunità scientifica e la stessa comunità esposta al rischio. Questo punto del Pentalogo propone  la collocazione di parte delle popolazioni sottoposte a grandi pericoli in aree temporanee non lontane dai luoghi di origine che in seguito dalla eruzione potrebbero ritornare a ricostruire i loro habitat. Bisogna dunque individuare ben tre aree quali: area di esclusione intorno al cratere all’interno della quale non può vivere nessuno, cintura di resilienza intorno l’area di esclusione all’interno della quale la pericolosità sismica e vulcanica sarà ridotta e dalla quale una parte della popolazione si dovrebbe collocare nell’area di sostenibilità intorno dell’area di resilienza.  In tale area di resilienza gli edifici dovranno essere costruiti tenendo conto degli scenari massimi per Vesuvio e Campi Flegrei  e dovranno svolgersi simulazioni sempre sulla base di un rischio massimo . La terza area da individuare è quella della sostenibilità con all’interno insediamenti temporanei per alcuni di coloro i quali abitano nella zona di resilienza e sottoposti alla grande pericolosità. Il terzo punto del Pentalogo è quindi dedicato alle Norme per le Costruzioni che dovrebbero basarsi sugli scenari massimi di eruzioni pliniane per il Vesuvio e eruzioni pliniane e super eruzioni per i Campi Flegrei. Il quarto punto è l’informazione e l’educazione al rischio vulcanico con il coinvolgimento in particolare delle scuole con le quali stiamo lavorando dal 1995. Il Governo Italiano dovrebbe prevedere l’obbligo di un Programma di Educazione al Rischio alla Sicurezza per il Rischio Vulcanico, da svolgersi in tutte le scuole della Campania.  Quinto ed ultimo punto del Pentalogo è l’elaborazione di un accordo tra le istituzioni e la comunità scientifica basato principalmente su un memorandum che stabilisca tutti i dettagli ed i tempi di una fattiva e reale collaborazione tra le parti ed il coinvolgimento attivo, diretto della popolazione.

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