ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Grandi Navi Ancona, l’incidente di Venezia riapre il caso. “Rischi in porto”

 

«No grandi navi». A Venezia da ieri è un coro unanime per vietare le maxi imbarcazioni in laguna che costituiscono un pericolo per il canale della Giudecca, uno dei canali più grandi che arrivano fino al bacino di San Marco. L’incidente della Msc Opera (che anni fa operò anche qui ad Ancona) ne è stato un esempio.

Ad Ancona, quello di far arrivare navi da crociera lunghe oltre 300 metri è un desiderio datato nel tempo per implementare l’indotto turistico della città e incentivare anche nuove aperture commerciali nella zona del porto antico. Ma se dovesse succedere anche qui che la nave arriv a sbattere sulla banchina che è in progetto di costruire, con l’arco di Traiano a pochi metri, una delle poche bellezze monumentali ancora presenti e in buono stato dell’architettura romana?

«Quando ho sentito la notizia questa mattina (ieri, ndr) – dice Rodolfo Giampieri, presidente dell’Autorità Portuale – mi sono preoccupato molto, per il fatto in sé e perché quella è una nave da crociera che potremmo avere anche qui da noi con il progetto del nuovo terminal e della nuova banchina anche se non ho paura che un episodio possa verificarsi anche ad Ancona».

Giampieri spiega che la realizzazione del terminal che possa garantire così anche alle grandi navi di fare tappa nel capoluogo dorico non sarà lasciato al caso ma ben studiato in tutte le sue forme, anche quelle di probabili ma non prevedibili incidenti. «Nessuno vuole fare cose azzardate – precisa il presidente – anzi, ci sarà la massima cura soprattutto per la sicurezza di chi sta a terra e dei monumenti che si trovano in area portuale, l’arco di Traiano in primis. Bisogna però guardare al progetto nell’ottica dello sviluppo perché tutti sogniamo un futuro diverso per questa città, un futuro che parta dal mare».

Sulla realizzazione del progetto Giampieri è ottimista e parla di 3-4 anni ma non prima che più enti e ministeri si siano seduti insieme per superare proprio le criticità. «Il ministero dell’Ambiente, quello delle Infrastrutture e la stessa Sovrintendenza ai beni artistici – aggiunge il presidente dell’autorità portuale – dovranno dare delle indicazioni per la tutela del luogo, anche in merito all’inquinamento. L’arco di Traiano comunque sarà al sicuro perché la banchina per le navi sarà molto distante dal monumento». Le attuali scogliere, che oggi ospitano anche una colonia felina, verranno tolte per la realizzazione della nuova banchina.

Facebook