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Grande successo di Piazza Grande per Zingaretti alla segreteria Pd. Applauditissimo Coletta

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Zingaretti: “Per troppo tempo si sono scelti non i migliori ma i più fedeli. Per troppo tempo, ed e’ stato grave, le differenze hanno significato divisioni e rotture”

Tremiladuecento adesioni da tutta Italia e la partecipazione di 600 tra sindaci e amministratori locali. È questo il bilancio della prima giornata di lavoro di “Piazza Grande”, l’evento in programma nel weekend  all’ex Dogana a Roma nel quartiere San Lorenzo, per rilanciare la candidatura di Nicola Zingaretti alla segreteria del Partito democratico.

«Siamo tanti, più del previsto, domani per le conclusioni ci spostiamo all’aperto, altrimenti non ci stiamo», ha commentato lo stesso Zingaretti.

Proprio ai primi cittadini e a chi si trova «in trincea contro il governo» Zingaretti ha ceduto i riflettori nel primo giorno della manifestazione. Al fianco del governatore del Lazio, in prima fila per ascoltare gli interventi introdotti da Paola De Micheli, per una parte dei lavori ha fatto capolino anche Maurizio Martina: «Sono qui per ascoltare, è giusto che un segretario vada ad ascoltare le proposte che ci sono. Ce ne saranno altri di questi appuntamenti, l’importante e’ tenere presente che il nostro avversario e’ la destra, ci serve unità e apertura», ha spiegato il segretario. Piazza Grande è stato presentato come un evento non partitico, e infatti all’ex Dogana non si sono viste sventolare bandiere Pd. Ma sono stati molti i volti noti dem che si sono affacciati: Luigi Zanda, Roberta Pinotti, Franco Mirabelli, Francesco Russo, Stella Bianchi, Marco Miccoli, David Sassoli, Gian Claudio Bressa, Francesca Puglisi, Pierpaolo Baretta, Michela De Biase, Lorenza Bonaccorsi, Sesa Amici tra gli altri.

I veri protagonisti sono stati, però, gli amministratori locali.

Come Virginio Merola (“basta con il capo di turno torni partito della gente”) o Pierfrancesco Majorino (“serve una nuova pagina del Pd con qualche cerchio magico in meno”). Oppure gli applauditissimi Damiano Coletta, sindaco di Latina, e Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri. Questo, in particolare, ha sferzato il Pd: “Con il Pd che si e’ vergognato di difendere lo ius soli, che sulla politica di accoglienza ha aumentato le morti e le tensioni nei centri Libici, con il Pd delle delle tessere che non si toccano non si può dialogare. Serve una rigenerazione”. E Zingaretti ha raccolto la sollecitazione. Senza citare nessuno nè polemizzare, il candidato alla segreteria del Pd ha rotto i ponti con il Pd di oggi, con quello di Matteo Renzi, in attesa di sapere se sarà in campo Marco Minniti: «Non abbiamo alcuna intenzione di voler tornare indietro verso strade già battute e che hanno fallito. Non vogliamo più neanche continuare avanti sulla stessa strada che ci ha portato a fallire. Vogliamo cambiare strada”, ha spiegato. “Per troppo tempo si sono scelti non i migliori ma i più fedeli. Per troppo tempo, ed e’ stato grave, le differenze hanno significato divisioni e rotture», ha incalzato. Zingaretti ha dichiarato chiusa la stagione del “leader solo”, per sentenziare: «Questo luogo va ricostruito. Si deve prendere atto che bisogna cambiare». Domani la giornata più politica, con l’intervento di Paolo Gentiloni e la chiusura dei lavori dello stesso Zingaretti.

Damiano Coletta tra gli applausi

«Dobbiamo connettere il cittadino con la politica, poi c’e’ la buona politica e la cattiva politica, ma sono le idee che fanno ripartire il Paese». Lo ha detto il sindaco di Latina Damiano Coletta nel suo intervento a Piazza Grande.  «Se io faccio una denuncia del caso della Diciotti o un appello per i vaccini, se parlo dell’obbrobrio sulla legge 194 che e’ stato fatto al comune di Verona non devo essere lasciato solo. Il punto è che non dobbiamo stare a cercare il vertice ma ripartire dalla base, dobbiamo rimettere al centro quei valori, senza paura, ridare identità a certi valori con coraggio», ha sentenziato il primo cittadino del capoluogo pontino.

 

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