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Golan, anche Cuba è contro Trump, ma il Presidente USA non demorde

Continua ad allargarsi la fronda di opinioni contrarie alla decisione di Donald Trump di riconoscere la sovranità israeliana sulle alture del Golan.

Nel tardo pomeriggio del 21 marzo, con un tweet tagliente, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump annunciava la necessità che gli Stati Uniti riconoscessero finalmente la sovranità di Israele sulle alture del Golan, territorio conteso con la Siria. Le alture del Golan sono un territorio conteso dal 1967, quando sono state conquistate da Israele, e poi successivamente annesse nel 1981. Nel frattempo, però, la Siria ha continuato a rivendicarle. Le prime reazioni contro la presa di posizione del Tycoon sono state quelle della Russia di Putin e dell’Unione Europea. Entrambe le potenze ritengono che tale riconoscimento violerebbe gli accordi e il diritto internazionale.

Due giorni dopo, sabato 23 marzo, il presidente cubano Miguel Diaz Canel ha espresso su twitter la sua condanna alle parole di Trump, sostenendo che rappresentano una grave violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. La posizione del presidente è stata confermata dal Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Cuba, che ha aggiunto come una sovranità israeliana sul Golan siriano occupato costituirebbe violazione della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza, in particolare la risoluzione 497 del 1981. “La Repubblica di Cuba continuerà a sostenere la richiesta del governo della Siria per recuperare le alture del Golan, occupate da Israele nel 1967 e invita ancora una volta al pieno ed incondizionato ritiro israeliano dal Golan siriano e tutti i territori arabi occupati”, si legge nella Dichiarazione della Cancelleria cubana.

Nel frattempo, però, il fronte israelo-statunitense continua imperterrito. “Il presidente (degli Stati Uniti, Donald) Trump firmerà, alla presenza del Primo Ministro (di Israele, Benjamin) Netanyahu un ordine che riconosce la sovranità israeliana su alture del Golan”, twittava ieri il ministro israeliano relazioni estere, Yisrael Katz. Intanto il primo ministro israeliano iniziava un viaggio negli Stati Uniti, dove incontrerà il presidente tra oggi e domani. Il rifiuto e lo sdegno della comunità internazionale non sembrano nemmeno scalfire l’armatura di certezze che avvolge il Tycoon nelle sue dichiarazioni a favore dell’alleata Tel Aviv.

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