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Giovane ucciso nel Napoletano: sette fendenti alle spalle dopo una lite per la viabilità

 

Sette coltellate al fianco e alle spalle, al culmine di una lite per futili motivi, di viabilità, caratterizzata, inizialmente, da calci e pugni e poi sfociata in tragedia. Una violenta aggressione che ha visto lui e i suoi due amici soccombere: Simone, infatti, era un esperto di arti marziali.

E’ accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà, e del tentato omicidio dell’amico di Simone, anche lui raggiunto dai fendenti, Domenico Iossa, il 18enne reo confesso dell’omicidio di Simone Frascogna, il 19enne morto dopo essere stato ripetutamente accoltellato martedì sera, in corso Umberto a Casalnuovo, in provincia di Napoli.

Le immagini della videosorveglianza della zona sono nitide. Sembrano scene di un film d’azione. Invece testimoniano la realtà.
La sequenza spiega nei minimi dettagli l’accaduto.

Il giovane carrozziere 18enne si è consegnato ai carabinieri nella tarda serata di ieri, accompagnato dal suo avvocato, Antonio Iorio. “Domenico – fa sapere il legale – si rende conto di avere spezzato la vita di un coetaneo per una facezia, inguaiando irrimediabilmente anche la sua di vita, che stava cercando di condurre rispettando la legalità, facendo il carrozziere”.

Le stesse accuse che la Procura di Nola contesta a Iossa, vongono contestate dalla Procura dei Minorenni di Napoli anche ai suoi due amici, 16 e 17 anni, entrambi studenti: omicidio volontario in concorso, aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà, e tentato omicidio, anche questo in concorso e aggravato, di Luigi Solomone, l’amico di Simone.

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