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Giorgio Armani al NYT: Karl uomo straordinario dallo stile “Lagerfeld”

Giorgio Armani esprime le condoglianze di uno degli stilisti più conosciuti al mondo.
“Ho sempre pensato che Karl Lagerfeld fosse un uomo straordinario per il suo talento nel lavoro e nella vita, che ha fuso fino a trasformarli in un’arte unica: il modo di essere Lagerfeld. Anche per questo, forse, pur disegnando per marchi dalla grande personalità, la sua presenza è stata così evidente e riconoscibile da lasciar trasparire sempre il gusto che provava nel disegnare, nel fotografare, nel preparare libri così come nell’allestire sfilate spettacolari. Sono molto colpito dalla sua scomparsa, non posso fare a meno di pensare che fino all’ultimo ha vissuto immerso nel suo piacere più grande: lasciar volare la fantasia dedicandosi al suo lavoro.
Mi ricordo di lui quando molti anni fa ci trovammo a Tokyo per una sfilata di vari marchi internazionali. Non dimenticherò mai la gentilezza con cui mi accolse in questo gruppo importante” (fonte NYT)
La sua assenza a gennaio durante la sfilata di alta moda a Parigi, aveva fatto parlare di lui, dandolo già per morto.
Direttore artistico di Chanel da oltre 36 anni, Karl Lagerfeld ha fatto la storia della moda, partendo come assistente di Pierre Balmain nel 1955.
Dopo aver vinto la categoria dedicata ai cappotti in un concorso di design sponsorizzato da un grande marchio, Pierre Balmain lo ha assunto come suo assistente personale. Dopo tre anni di lavoro per Balmain, nel 1958 inizia a lavorare per Jean Patou dove ha disegnato due collezioni di haute couture all’anno per cinque anni.
Nel luglio del 1958 presentò la sua prima collezione in una sfilata di due ore, usando il nome “Ronald Karl”.
La sua carriera lo porta poi presso Tiziani, casa di moda romana fondata nel 1963, lo stesso anno in cui iniziò a lavorare per loro, da Evan Richards of Jacksboro, Texas.
I suoi progetti iniziarono nell’ambito del couture e poi si spostarono nel prêt-à-porter, con l’etichetta Tiziani-Roma – Made in England, dove insieme a Richards, lanciò la prima collezione nel 1963 rimanendo nell’azienda fino al 1969.
In quel periodo Elizabeth Taylor, Doris Duke e la principessa Marcella Borghese iniziarono ad amare le sue creazioni.
Un anno dopo aver lasciato la residenza romana, ha iniziato a lavorare come freelance per la maison francese Chloe, presso la quale disegnava alcuni pezzi ogni stagione, per poi passare a disegnare delle collezioni complete.
A partire dal 1965 collabora con la casa di moda italiana Fendi, disegnando pellicce, abbigliamento e accessori, mentre a partire dagli anni ’70 disegna occasionalmente dei costumi per delle produzioni teatrali.
Il suo nome risuona nel settore della moda come un brand, l’unico stilista ad essere riuscito a lavorare contemporaneamente alle collezioni per Fendi ed alla sua omonima etichetta.
Lagerfeld rimarrà un’icona di stile: bianchi capelli lunghi raccolti in una coda bassa, abiti scuri e occhiali da sole importanti – un’immagine che lo renderà per sempre riconoscibile.
A livello caratteriale, vantava un’intelligenza irriverente, il che rendeva il suo personaggio ancor più elaborato.
Alcune delle più celebri citazioni di Karl Lagerfeld:
“Un aspetto rispettabile è sufficiente per rendere le persone più interessate alla tua anima”
“Quello che mi piace delle fotografie è che catturano un momento che è finito per sempre, impossibile da riprodurre”
“Le persone che fanno un lavoro che sostiene di essere creativo devono essere da sole per ricaricare le batterie. Non puoi vivere 24 ore al giorno sotto i riflettori e rimanere creativo. Per le persone come me, la solitudine è una vittoria”
“Sono come una caricatura di me stesso, e mi piace”
“È come una maschera. E per me il Carnevale di Venezia dura tutto l’anno”

Oggi sul New York Times:

Giorgio Armani, fashion designer
“I’ve always thought of Karl Lagerfeld as an extraordinary man, both for his professional talent and his life, which he blended and turned into a unique art: the Lagerfeld way of being. Maybe this was also the reason that, although he was designing for brands with a strong personality, his presence came through so evident and recognizable that it always exuded the joy he experienced when designing, photographing, working on books and setting up spectacular fashion shows. I am deeply affected by his passing and can’t help but think that he lived until his last breath immersed in his biggest pleasure: letting his imagination fly through his work. I remember meeting him many years ago in Tokyo, at a fashion show for a number of international designers. I will never forget the kindness with which he welcomed me into this important group.”

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