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Giordania:arrestati alti dignitari, ‘complotto contro il Re’

 

 

Venti personaggi eccellenti arrestati in Giordania per un sospetto “complotto” contro re Abdallah II. Tra questi ci sarebbe – come sostenuto dal Washington Post – anche il fratellastro del monarca il principe Hamzah bin Hussein, ma Amman lo ha negato ufficialmente pur confermandone il coinvolgimento.

Una situazione i cui contorni non sono ancora del tutto chiari in base alle prime informazioni che arrivano dal regno hashemita.
Gli arresti sono stati motivati con “ragioni di sicurezza” dopo “un attento monitoraggio” di quest’ultima. La fonte “ben informata” citata dall’agenzia Petra ha aggiunto che è stata aperta una indagine per far luce sull’intera vicenda definita una “minaccia alla stabilità del Paese”.
Tra i nomi eccellenti finiti agli arresti – come confermato dalla agenzia governativa – figurano Sharif Hassan Bin Zaid e Basem Ibrahim Awadallah, due alti funzionari legati alla Casa reale. Il primo – hanno ricordato i media – è stato ambasciatore giordano in Arabia Saudita e anche legato al principe Ali Ben Hussein, fratello del re. Il secondo è stato a lungo confidente di re Abdallah e anche ministro delle finanze dopo aver ricoperto il ruolo di capo ufficio della Casa reale. Awadallah – hanno sottolineato i media – è stato una forza trainante dietro le riforme economiche intraprese nel regno ed ha lungo fronteggiato la resistenza della vecchia guardia ai cambiamenti.
Il nome di maggior peso, tuttavia, è sicuramente quello di Hamzah bin Hussein rispetto al quale però la Petra ha negato sia gli arresti domiciliari sia la detenzione stessa. Non si sa dunque ancora a quale titolo sia stato chiamato in causa nè quale sia il suo status attuale. Tuttavia il capo di stato maggiore giordano, generale Yousef al Huneiti, ha fatto sapere che ad Hamzah stato intimato di astenersi da spostamenti e da altre attività che potrebbero essere sfruttate per destabilizzare il regno hashemita. “Nessuno – ha proseguito il generale – è al di sopra della legge e la sicurezza e la stabilità della Giordania hanno la precedenza su qualsiasi considerazione”.

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