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Gallera, lunga stagione per ripresa

“La data del 31 luglio è stata meglio rettificata dal Presidente del Consiglio, però il messaggio è chiaro ed evidente e io lo condivido: non è che tra dieci giorni, nella speranza che possa scendere o rallentare la diffusione del contagio, possiamo immaginare che tutto sia finito e tornare come prima ad animare i bar o a ritrovarci nei parchi: sarà una lunga stagione per riuscirci”. Così l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera ha commentato su Omnibus il decreto del Governo le nuove restrizioni contro le violazioni delle norme per prevenire il Coronavirus. “Il caldo sicuramente ci aiuterà ma finché noi non troviamo un farmaco efficace o un vaccino il rischio che riparta c’è. In Cina oggi stanno vivendo il problema dei contagi di ritorno. Quindi sarà lunga, anche se non penso che si possa immaginare che per quattro mesi i nostri cittadini rimangano a casa, non lo hanno fatto neanche a Wuhan”, ha commentato Gallera.

Lo sviluppo del coronavirus in Lombardia “non è nato all’interno degli ospedali”. Lo ha detto l’assessore lombardo Giulio Gallera a Omnibus, spiegando che prima della scoperta del ‘paziente 1’, “le regole del Ministero della Salute erano di fare i tamponi a tutti i coloro che arrivavano dalla Cina e avevano problemi respiratori e così la Lombardia come tutto il resto d’Italia si è adeguata, per cui alle persone che non avevano sintomi particolari o non arrivavano dalla Cina non sono stati fatti i tamponi”. Proprio questo, secondo ha aggiunto l’assessore, “è stato uno degli elementi di sviluppo e di diffusione: non è nato all’interno degli ospedali, è nato dai bar, nelle balere, in altri luoghi, si è propagato negli ospedali e perché non c’era evidenza di una persona che arrivava dalla Cina con il coronavirus”.

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