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Funerali privati per Piscitelli: famiglia contro la Questura

Il disappunto della moglie di Piscitelli

Dopo la decisione del Questore di Roma di vietare, per “motivi di ordine e sicurezza”, i funerali in forma pubblica, la famiglia di Fabrizio Piscitelli ha espresso tutta la propria delusione.

Il Questore, nel proprio provvedimento, ha sottolineato che “il rito funebre celebrato in forma pubblica, con grande risalto mediatico, potrebbe determinare gravi pregiudizi per l’ordine e la sicurezza pubblica”. La misura sarebbe stata presa anche considerando che Piscitelli era un esponente di rilievo della tifoseria della Lazio, nonchè alla luce della fiaccolata spontanea organizzata da esponenti del gruppo ultras nei pressi del luogo in cui il 53enne è stato ucciso.

La sorella scrive al Questore

Nella lettera pubblicata da Rita, la moglie di Fabrizio Piscitelli, si legge: “Ci è stato vietato di celebrare un funerale in forma pubblica per motivi di sicurezza”.

“Ma la sicurezza di chi?, si chiede la donna.”Al contrario di ciò che si pensa e si legge sui giornali, Fabrizio era un uomo amato dagli amici e rispettato da tutti. Non era un mafioso come lo si dipinge in queste ore: non ha mai subito condanne per associazione mafiosa o provvedimenti come il 41bis. E tutti i beni posti sotto sequestro ci sono stati restituiti”, continua la moglie di Piscitelli, che conclude “Abbiamo il diritto e la volontà di consolarci nell’abbraccio della gente che voleva bene a mio marito. Ancora una volta, l’ultima”

Posizione decisa anche quella assunta da Angela Piscitelli, sorella della vittima, che ha annunciato che si rivolgerà al Tar e che sta scrivendo al Questore, al Prefetto, al Ministro dell’Interno affinché suo fratello “abbia il funerale di cui è degno e che vogliono i suoi cari”.

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