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Frode alimentare, sequestrata carne in Spagna

Frode alimentare, sequestrata carne in Spagna: l’Italia ha un reparto dei Carabinieri per la tutela della salute pubblica

Per contrastare la frode alimentare e salvaguardare la salute dei consumatori sono numerose e ferree le regole europee per l’importazione di prodotti alimentari. In Italia vi è una apposita unità speciale dell’Arma dei Carabinieri che si occupa di garantire, tramite ispezioni amministrative continue, la salute dei cittadini.

In queste ore un nuovo caso di carne avariata ha coinvolto l’Europa, principalmente la Spagna. Infatti, centinaia di tonnellate di salsicce, salami e prosciutto sono stati sequestrati o distrutti perché scaduti. La data di scadenza sulla merce, che in Italia ricordiamo essere obbligatoria, indica entro quale giorno il prodotto andrebbe consumato. Certamente un fattore che è determinante nella conservazione del cibo è la condizione in cui esso viene mantenuto. Se siamo in presenza di latticini e fa troppo caldo, il prodotto in questione si rovinerà prima rispetto a quando la temperatura ambiente è vicina allo zero.

Il caso spagnolo

L’inchiesta dell’ufficio del procuratore di Badajoz (Spagna) è iniziata nel 2017 e ha portato alla distruzione di ben 275.000 chili di prodotti a base di carne in condizioni precarie in Estremadura; inoltre sono stati ritirate 490 tonnellate di affettati e 15.000 prosciutti in diverse località della Comunità Valenciana. L’operazione sanitaria ha portato al sequestro e alla distruzione di 49.471 kg di prodotti a base di carne a causa della loro putrefazione e della perdita delle caratteristiche organolettiche richieste per la commercializzazione. Diversi le marche colpite dall’inconveniente: Ham Bodega Alto de Aitana; Sierra Gorda Winery Ham e Mariola Air; Serrania de Ameta e El Galán; Prosciutto Croval, Don Enrique e Oro la Ermita.

Le indagini hanno portato a una società di Alzira di Valencia e ad altre tre società gestori di prodotti a base di carne; inoltre due commercianti sono stati sospesi dall’attività. Dunque, secondo l’inchiesta, anche altre piccole aziende hanno fatto uso di sostanze vietate per mascherare l’odore e l’aspetto della carne avariata; inoltre, hanno modificato l’etichetta per non far vedere che erano già scaduti.

Infine, probabilmente non ci sono state vittime, né infezioni diffuse.

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