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Figlia anziano ucciso, ‘Non è giustizia’

 

“È una sentenza profondamente ingiusta e sono profondamente delusa, se questa è la giustizia in Italia. Sono invece molto contenta che la Procura generale abbia fatto ricorso: ci fa sentire che lo Stato c’è”. È la reazione della figlia di Lanfranco Chiarini, anziano imprenditore ucciso nella sua casa di Castel San Pietro (Bologna) il 3 gennaio 2017 da Desmond Newthing, richiedente asilo nigeriano, alla sentenza della Corte di assise di appello che, riconoscendo l’attenuante della provocazione, ha ridotto da 16 a 12 anni e 6 mesi la pena. Il sostituto procuratore generale Valter Giovannini è ricorso in Cassazione.
“È stato ingiusta – è la posizione di Alice Chiarini, diffusa dall’avvocato Massimo Leone, parte civile – la concessione dell’attenuante, riconosciuta sulla base delle sole parole dell’imputato, che si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere, per poi parlare con dichiarazioni spontanee e una lettera solo quando, a giudizio, le prove contro di lui erano schiaccianti”.

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