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Fece morire di sete bimba yazida, ergastolo a un soldato dell’Isis

 

Il tribunale di Francoforte ha condannato al carcere a vita un militante dell’Isis riconosciuto colpevole di aver procurato la morte per disidratazione di una bambina yazida di 5 anni, comprata come schiava, tenendola incatenata sotto il sole in castigo per ore a Falluja, in Iraq nel 2015.

Il condannato, Taha Al-J.

iracheno di 29 anni, è stato riconosciuto colpevole di genocidio e di un crimine di guerra. Il presidente dei giudici, Christoph Koller, ha ricordato che si tratta del primo caso al mondo di condanna del cosiddetto Stato islamico contro la minoranza yazida.

La foreign-fighter tedesca Jennifer W., all’epoca moglie di Taha Al-J., sposa dell’Isis rientrata in Germania dall’Iraq, era stata condannata per lo stesso reato a dieci anni di carcere dal tribunale di Monaco lo scorso settembre.

Il premio Nobel per la Pace 2018 Nadia Murad ha salutato come “una vittoria” per gli yazidi il verdetto per genocidio emesso in Germania contro un soldato dell’Isis giudicato colpevole di avere fatto morire di sete una bambina yazida di 5 anni. Murad, lei stessa una yazida sopravvissuta a maltrattamenti, ha definito “storica” la sentenza del tribunale tedesco che riconosce come genocidio i crimini commessi dal cosiddetto Stato islamico contro la comunità yazida. “Questo verdetto è una vittoria per i sopravvissuti al genocidio, i sopravvissuti alla violenza sessuale e l’intera comunità yazida”, ha detto Murad in una nota, ringraziando la Germania.

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