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Essere mamma: convegno sulla maternità senza relatrici donne

Convegno sull’essere mamma con solo tre relatrici donne, le esperte del settore insorgono.

L’8 marzo, giornata Internazionale della donna, si terrà anche un convegno sulla fertilità intitolato “La scelta di essere mamma”. Peccato che i relatori, fatta eccezione per una, siano tutti uomini.

Il convegno

Sul sito del ministero della Salute si legge che durante il convegno: “Si parlerà di preservazione della fertilità, accesso alla procreazione medico assistita, denatalità in Italia, donazione di gameti, fertilità nella paziente oncologica e ruolo delle associazioni pazienti”.

Bene, ma chi parlerà a questo convegno? Solo una donna sarà relatrice e ci saranno solo tre donne contro ventuno uomini alle tavole rotonde. Una situazione che non ha senso. Perché se bisogna parlare della scelta di essere madri, una scelta che tocca il corpo delle donne non ci sono donne medico? Le professioniste del settore non potevano rimanere impassibili di fronte a un’ingiustizia del genere, così hanno deciso di scrivere una lettere al ministro della Salute Giulia Grillo.

La lettera

“Siamo un gruppo di medici e biologi che operano quotidianamente nella cura dell’infertilità, della salute della donna e della maternità. Vorremmo porre alla vostra attenzione il programma dell’incontro La scelta di essere mamma, promosso e organizzato dalla Fondazione PMA Italia, che si terrà venerdì 8 marzo 2019 al Senato della Repubblica. Ci rivolgiamo a Voi perché nella locandina – che riporta i loghi della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia e della Regione Toscana – sono previsti i vostri interventi.

Il tema dell’incontro è certamente importante per sottolineare le problematiche associate al basso tasso di natalità in Italia e quelle specifiche legate all’aumento dell’infertilità. Rileviamo, tuttavia, che un evento dove si parla della scelta di essere mamma, inserito, in modo simbolicamente potente, nella giornata della donna, ci sia un imbarazzante vuoto femminile.” La lettera prosegue parlando della disparità di numeri, 3 donne contro 21 uomini, per poi concludere dicendo: “Volendo credere che sia una selezione non pensata ma casuale, il programma dimostra, ancora una volta, che alcuni uomini, prima di condividere la scelta di essere mamma, dovrebbero acquisire la sensibilità che caratterizza proprio le donne. In conclusione riteniamo fuori luogo nei confronti di tutte le donne, madri o no, a prescindere dalla professione, il modo in cui è stato organizzato l’evento: non certo per la qualità delle persone inserite, ma perché, ancora una volta, sembra che gli uomini siano gli unici in grado di indicare le scelte che dovrebbero maggiormente appartenere alle donne.”

Essere mamma

Estremamente condivisibile la richiesta delle dottoresse, per due motivi. Primo fra tutti il fatto che, ancora un volta, le donne non sono chiamate a decidere del loro corpo. C’è sempre un uomo più preparato di loro che saprà consigliarle al meglio. Certo, a livello medico è importante il parere dell’esperto, ma non ci si può credere che, in un settore che riguarda le donne non ci siano esperte donne. Anche perché, per un tema delicato come la maternità, sfido chiunque a non volere un parere di un’altra donna. Non solo perché è esperta, ma perché a livello empatico può capire meglio i dubbi e le paure di una donna che si trova in una situazione simile. Organizzare un convegno sulla maternità con queste premesse rappresenta l’ennesima riprova che, nonostante siano passati anni, ancora non ci siano passi avanti. Ancora una donna non è completamente libera di decidere sul suo corpo perché c’è un uomo che è più preparato di lei. C’è sempre un uomo che deve gestire il corpo della donna. Quando vuole avere un bambino, quando vuole interrompere una gravidanza. C’è sempre qualcuno che saprà meglio di lei come gestire il suo corpo. E qui non si parla del fatto che, se si cerca uno specialista non si badi al genere. È chiaro che, soprattutto a livello medico, quando si ricerca un esperto, il genere sia secondario. Tuttavia, quando un convegno sulla maternità viene intitolato “Essere Mamma” ci si aspetta un occhio diverso nei confronti della questione di genere.

La risposta del ministro Giulia Grillo

In una situazione così dubbia, ci si aspettava una risposta da parte del ministro della salute Giulia Grillo. Risposta che però non è arrivata. O meglio, non direttamente da lei. Il ministero ha fatto sapere che: “La ministra non parteciperà. Inoltre, parlando della questione che riguarda la mancanza di medici donne al convegno, il ministero ci ha tenuto a prendere le distanze dall’organizzazione dell’evento: “Non siamo mai stati chiamati in causa dagli organizzatori. Abbiamo appreso del parterre dei relatori esattamente come tutti”. Peccato che non siate come tutti. In qualità di ministero della Sanità avreste potuto fare la differenza e cambiare l’esito di una situazione infelice che inviava un messaggio retrogrado. Ma tutto ciò non è stato fatto. Certo, il livello di imbarazzo non è quello che destò il tristemente famoso Fertility Day, promosso dall’allora ministro della Sanità Beatrice Lorenzin. Anche in questo caso, la situazione è abbastanza desolante. Ovviamente le reazioni in politica non si sono fatte attendere. Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia ha commentato dicendo: “Incredibile ma vero: il convegno istituzionale sulla scelta di essere mamma, che si terrà al Senato nella Giornata internazionale delle donne vede di fatto escluse proprio le donne dal novero dei relatori. Anche se fosse solo una dimenticanza, sarebbe comunque un fatto imperdonabile. Per questo aggiungo simbolicamente anche la mia firma a quelle delle cento ricercatrici che hanno inviato una garbata ma ferma lettera di protesta alla ministra Grillo”. Insomma, questa mossa non è piaciuta neanche in politica. Resta da vedere cosa succederà venerdì 8 marzo. Verrà modificata la rosa dei relatori o resterà tutto invariato? Ci saranno delle proteste davanti al Senato? Bella domanda. Ora è presto per dirlo. Tuttavia, la giornata internazionale della donna è storicamente un momento per le femministe per unirsi e manifestare contro la ingiustizie che il patriarcato continua a perpetrare ai danni delle donne di tutto il mondo. Questo congresso sulla maternità senza relatrici donne potrebbe essere un’ottima occasione per farlo.

 

Confidiamo quindi che l’arrivo della data fatidica porti un po’ di attenzione su questo argomento che all’apparenza sembra solo l’ennesima ingiustizia, ma in realtà molto di più.

 

A cura di B.P.

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