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Eni indagata per corruzione internazionale: tangenti ad ufficiali congolesi

Milano, 6 aprile. Eni indagata per corruzione internazionale: versate tangenti a pubblici ufficiali congolesi per rinnovare i contratti di sfruttamento.

L’inchiesta per corruzione internazionale portata avanti dalla procura di Milano e di cui il colosso petrolifero Eni è protagonista, ha identificato al momento 6 indagati, che al fine di rinnovare i contratti di sfruttamento hanno coinvolto nei lavori  alcune società congolesi indicate dal governo per almeno il 10% del valore dei contratti, stimati in 350 milioni. Il suddetto 10% sarebbe poi stato incassato da alcuni pubblici ufficiali congolesi attraverso la partecipazione di alcune società schermo.

Tra i nomi degli indagati figurano in primis quello di Roberto Casula, capo attività dell’esplorazione e della produzione del gruppo Eni, Alexander Holy, uomo d’affari legato all’azienda, Andrea Pulcini, manager italiano che dal 1994 al 2005 è stato dirigente dell’Agip a Londra ed è tuttora procuratore dell’Eni, sua moglie, Maria Paduano, moglie di un importante ambasciatore italiano ed Eni stesso, accusato di aver violato la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. I pm Paolo Storari e Sergio Spadaro stanno lavorando per quantificare con precisione la cifra effettiva incassata dagli ufficiali del Congo.

Nonostante l’azienda petrolifera non sia nuova a scandali del genere in quanto in quanto era già stata indagata in Nigeria e in Algeria riguardo all’inchiesta degli appalti Saipem, Eni si dichiara estranea alla partecipazione delle condotte illecite di cui è accusata e afferma la sua volontà nel voler sostenere il lavoro di indagine della magistratura.

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