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“Emanuele come Charlie Gard: noi decidemmo di andare avanti”

La vicenda del piccolo Charlie Gard ha portato alla luce un tema particolarmente delicato: la difficile vita delle famiglie costrette a vivere il dramma delle malattie degenerative. Sono famiglie legate dallo stesso destino e dallo stesso dolore, che loro soltanto possono comprendere pienamente. E’ il motivo che ha spinto i genitori di un bimbo toscano di nove anni a mettersi in contatto con la famiglia inglese e a lanciare loro un appello. “Non c’è nulla di più bello dell’essere genitori. La malattia è un aspetto secondario. Noi decidemmo di andare avanti”, ha spiegato la mamma di Emanuele, che vive in provincia di Lucca ed è affetto da deplezione del dna mitocondriale (una malattia caratterizzata dalla diminuzione del contenuto di DNA mitocondriale nelle cellule), è sordo, non parla, ma respira da solo, va a scuola e comunica attraverso un puntatore ottico. “Spesso parlo con la zia di Charlie, la sorella del papà. Mi dice che i suoi genitori sono sempre con il bimbo, possono stare nello stesso letto, coccolarlo, gli stanno accanto, è molto bello e molto brutto assieme, perché sanno che è stata decretata la sua morte”, ha commentato la donna.

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