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Ecco cosa prevederà il nuovo consiglio dei ministri: tra restrizioni e zone bianche

Sarà un consiglio dei ministri a decidere le sorti del nostro futuro nei prossimi giorni. La riunione è convocata per le 21 di stasera e vedrà ancora una volta uno scontro tra rigoristi e ministri più favorevoli alla ripartenza del Paese.

Quello che appare ormai certo è che subito dopo l’Epifania non ci saranno le aperture annunciate e agognate da cittadini e categorie economiche, bensì un nuovo periodo di divieti almeno fino al 15 gennaio. Per quella data il governo spera di avere in mano dati più certi sull’andamento del contagio visto che le restrizioni del periodo di Natale non sembrano essere servite a granché anzi.

L’ipotesi più probabile al momento è quella di avere due giorni di zona gialla – il 7 e l’8 gennaio – poi un week end arancione (con chiusura di bar e ristoranti e divieto di spostamenti fra i Comuni) mentre da lunedì 11 gennaio si tornerà all’indicazione di colori specifici per le singole regioni in base ai dati del monitoraggio dell’Iss.

Con una possibile novità rispetto al dato Rt, quello relativo alla diffusione del contagio: se una Regione ha Rt superiore all’1 – in base alle modifiche ipotizzate – diventa arancione e se l’Rt supera si entra in fascia arancione, se è all’1,25 si entra in fascia rossa.

Inoltre dal 7 al 15 gennaio i confini regionali saranno chiusi: sarà vietato spostarsi se non per ragioni di lavoro, urgenza o salute.

Sarà invece consentito in tutto il periodo visitare parenti e amici ma soltanto due adulti, con la possibilità di portare minori di 14 anni e una sola volta al giorno

Infine, ma la norma dovrebbe essere inserita non nel decreto di stasera, bensì nel Dpcm che sarà emanato tra una decina di giorni il governo potrebbe istituire una zona bianca a partire dal 15 gennaio. In questa nuova fascia di colore ci sarebbero bar, ristoranti, palestre, cinema, teatri e musei aperti. Ma rimarrebbero comunque obbligatori: la mascherina all’aperto e al chiuso, il distanziamento e il divieto di assembramento.

Resta l’incognita scuole con lo scontro aperto tra Governo e Regioni: il Governo vorrebbe mantenere la promessa di riaprirle il 7 gennaio anche se con una presenza al 50%, ma le Regioni chiedono più tempo anche in vista dei nuovi risultati del monitoraggio che potrebbero portare alcune Regioni a diventare arancioni o rosse da lunedì e quindi a richiudere le superiori.

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