La prova in Sardegna è stata un successo.
Il test ha visto impegnato un operatore che è stato in grado di comandare il drone impiegando, a seconda delle necessità, o lo sguardo o il pensiero. “I risultati acquisiti comportano l’innegabile vantaggio di poter controllare il drone con più ampi margini di sicurezza – spiega il comandante Antonio Depau di 3D Aerospazio – infatti il controllo mentale, se pur già sperimentato in diverse occasioni, è ancora da considerarsi in piena fase evolutiva per quanto riguarda l’affidabilità e la precisione del comando, in quanto gioca un ruolo fondamentale lo stato d’animo dell’operatore. Con la fusione dei due sistemi di controllo governata dal software appositamente sviluppato si ovvia a questa problematica permettendo una regolazione totale e puntuale grazie alla presenza del puntatore oculare già ampiamente testato”.