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Dove l’Euro ha fallito

 

E’piuttosto chiaro il malfunzionamento dell’Euro, il motivo risiede nel fatto che quando è stato “creato” si sono sostanzialmente sottratti il tasso di cambio e il tasso d’interesse, fondamentali peraggiustare l’economia di un Paese quando subisce uno choc economico. Ci fosse stata l’introduzione di un sistema alternativo si sarebbe evitato di legare le mani dell’Europa stessa. Quando Bruxelles parla di deficit non superiore al 3% oppure di indebitamento non superiore al 6% del Pil, di fatto parla di numeri che non hanno alcun fondamento scientifico di natura economica.

Le conseguenze sono che in Europa si è amplificata una stagnazione economica e una maggiore diversità tra i Paesi dell’Unione, dove i più ricchi sono sempre più ricchi e i poveri, sempre più poveri. La moneta unica, in ogni caso, è questa con tutto quanto ne consegue per quanto riguarda i costi (in particolare per l’Italia). Si è oltrepassata la linea di demarcazione per fare un passo indietro, uscire dall’euro non è possibile, per cui bisogna lavorare su una rimodulazione dei trattati per sopravvivere.

Il vero problema è la struttura della Ue: l’economia non è complicata, i numeri neanche; il problema, quindi, risiede nella politica. Sarà possibile avere l’assenso della Germania per mettere in moto il processo di riforma necessario al ricongiungimento delle diverse economie? La risposta è ovvia, ma Berlino dovrà considerare che sarà investita da enormi costi se l’Ue dovesse sgretolarsi. La logica imporrebbe alla Merkel di mediare per mantenere l’Eurozona, a meno che non azioni una strategia di alleanze con altri membri ricchi, arginando quelli poveri (o impoveriti).

Tecnicamente, per l’Italia uscire dall’euro significherebbe tornare ad avere un tasso di cambio e magari una moneta comune con altri Paesi infelici della Ue. Quindi una soluzione potrebbe essere la creazione di due o tre zone all’interno dell’Europa con valute diverse. La scienza economica insegna che un’economia in difficoltà va stimolata, l’austerità non ha mai funzionato.

Se guardiamo alla Grecia (disoccupazione giovanile al 50%, Pil di 25 punti inferiore a prima dell’entrata nell’Euro, giovani che hanno abbandonato il Paese, sanità devastata…) allora tutti i problemi di un’uscita dall’euro non sembrano nulla rispetto alla devastazione già in atto. In conclusione, il progetto europeo è molto importante, ma dal punto di vista monetario è assolutamente un fallimento. Inutile guardare alla moneta come mezzo di unione giacché dimostratasi, con i fatti, un elemento di sfaldamento. Si può avere un’Europa unita nei valori e nelle strategie comuni anche senza imporre una medesima valuta, a meno che gli scopi di certi Paesi siano divergenti con lo spirito comunitario originale.

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