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Dopo lo sfogo sui social, il chirurgo si scusa

Il chirurgo Daniele Pezzati, il cui sfogo sui social era diventato virale sui socia, ha deciso di scusarsi con la Regione Toscana per i toni.

Il post del chirurgo Daniele Pezzati ha ricevuto 24mila mi piace su Facebook e 10 mila condivisioni. Tutto questo consenso è arrivato perché il chirurgo si stava lamentando del fatto che la Regione Toscana volesse aprire un altro centro trapianti quando già ne esiste uno funzionante.

“Cercano disperatamente una scusa per depotenziarci e aprire un (inutile) ulteriore centro a Firenze”. Parole dure quella di Pezzati. Più avanti, raccontava come: “Ieri sera mio figlio era triste perché non giocavo con lui e me ne andavo a lavoro. Io più triste di lui gli ho risposto che dovevo aiutare un tato che stava male. Non sa cosa vuol dire ma dice con fierezza che il suo babbo fa i trapianti e lo vuole fare pure lui. Sono fiero di ciò che faccio ma stanco di vedere la sanità gestita da politici incompetenti che mi spremono come un limone non riconoscendo il sacrificio che costa fare ciò che faccio”.

Nel messaggio di scuse, tuttavia, ha cambiato tono: “Mi dispiace che la Regione, alla quale va riconosciuto il merito di aver contribuito alla creazione del nostro centro, si sia sentita chiamata in causa dalle mie dichiarazioni e per questo mi scuso.

Non sono un fan dei social network che utilizzo solamente per comunicare con una ristretta cerchia di amici lontani. Il 31 dicembre ho scritto, dopo essere tornato da un faticoso turno di lavoro, un post esprimendo alcuni sentimenti che desideravo condividere con i miei amici più cari. Ho purtroppo sottovalutato, anzi, non ho neppure pensato che così tante persone fossero interessate a ciò che avevo scritto.

Con ciò che ho scritto volevo dare risalto al fatto che troppo spesso la gente comune come me sente una distanza incolmabile con la classe dirigente; forse una maggiore vicinanza permetterebbe benefici ed eviterebbe molte incomprensioni. Mi farebbe piacere che qualcuno un giorno venisse con noi in una sala operatoria a vedere cosa facciamo, a capire le nostre debolezze, forze ed esigenze. Vorrei che il supporto fosse un po’ oltre una dichiarazione su un giornale perché, per me, una stretta di mano di persona vale più di cento articoli. Mi scuso di aver utilizzato una forma di comunicazione come i social che, anche se predominante, espone a pericoli di strumentalizzazione. Chiedo a tutti i politici e non di non utilizzare le mie parole per contraddittori pubblici che nelle ultime ore hanno esposto me e la mia famiglia a una pressione insostenibile”.

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