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Donazione corpo post mortem, il Senato ha detto Sì al ddl

Il disegno di legge ha l’obiettivo di regola­mentare e rendere più facile la donazione dei cada­veri a fini di studio, di ricerca scientifica e di formazione

All’unanimità, con duecentoventi sì e un astenuto, il Senato ha approvato il disegno di legge sulla donazione del corpo post mortem per fini scientifici. Il provvedimento, in prima lettura a palazzo Madama, passa ora all’esame della Camera per il via libera definitivo.

Il testo, incardinato ad ottobre in Commissione Sanità al Senato e approvato i primi di aprile dalla medesima commissione, ha l’obiettivo di regola­mentare e rendere più facile la donazione dei cada­veri a fini di studio, di ricerca scientifica e di formazione. Fino ad oggi donare il proprio corpo dopo la morte per consentire ai giovani medici italiani di esercitarsi su cadaveri umani reali e non modelli era alquanto complicato: numerosi infatti i limiti e paletti della normativa italiana in materia che hanno reso impraticabile questa opportunità, considerato anche il numero di donazioni molto limitato, che blocca la realizzazione della rete lo­gistica e la programmazione di studi e ricer­che su organi da cadavere.

Nella precedente normativa, risalente agli anni Novanta, non erano disciplinati né il percorso della donazione dal soggetto donatore alla struttura competente fruitrice, né la salvaguardia del principio dell’autodeterminazione e delle conseguenti modalità attuative fino al momento del decesso.

I professionisti del bisturi nostrani erano “costretti” ad andare in Francia, Germania, Austria a seguire i corsi di dissezione, investendo tempo e denaro.

Ma ora non sarà più così. Questo disegno di legge potrebbe costituire quindi un primo passo verso il percorso di riqualificazione, competitività e attrattività della formazione medica nel nostro Paese che spinga i giovani camici bianchi a restare nel nostro Paese.

La questione era stata affrontata anche nel corso della precedente legislatura, ma il testo unificato approvato dalla Commissione Affari Sociali nel giugno del 2014, si era arenato in Senato senza mai riuscire ad avere l’ok definitivo.

Il provvedimento in sintesi

Il disegno di legge approvato si compone di 9 articoli. Al primo si chiarisce che le norme in questione interessano la materia della donazione del corpo post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica. Si prevede che il corpo del defunto rimanga all’obitorio almeno per 24 ore prima di essere destinato allo studio, alla formazione e alla ricerca scientifica.

L’articolo due è incentrato sull’informazione alla cittadinanza: il ministro della Salute promuove, nel rispetto di una libera e consapevole scelta, iniziative di informazione dirette a diffondere tra i cittadini la conoscenza delle disposizioni della nuova legge.

L’articolo tre, tratta invece il delicato tema del consenso alla donazione. La nuova normativa prevede infatti che l’atto di disposizione del proprio corpo avviene mediante una dichiarazione di consenso all’utilizzo nelle forme previste dalle norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento. La dichiarazione si consegna all’azienda sanitaria di appartenenza. L’interessato a donare il proprio corpo nomina un fiduciario e, in caso di ripensamento, può presentare una revoca all’azienda sanitaria di appartenenza. Per i minori di età, il consenso all’utilizzo del corpo e dei tessuti post mortem deve essere manifestato nelle stesse forme da entrambi i genitori.

All’articolo 4 è indicata invece la disciplina sui Centri di riferimento. Il ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell’Istruzione, dell’Universita’ e della ricerca, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, individua le strutture universitarie, le aziende ospedaliere di alta specialità e gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) da utilizzare quali centri di riferimento per la conservazione e l’utilizzazione dei corpi dei defunti.

Si prevede inoltre, all’articolo 5, l’istituzione presso il ministero della Salute dell’Elenco nazionale dei centri di riferimento, consultabile sul sito internet del Ministero e aggiornato tempestivamente in modo da consentire al medico che accerta il decesso l’individuazione del centro di riferimento competente per territorio, al quale dà notizia della morte del disponente.

Secondo l’articolo 6, i centri di riferimento che hanno ricevuto in consegna per fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica il corpo di chi ne ha fatto richiesta, sono tenuti a restituire il corpo stesso alla famiglia in condizioni dignitose entro dodici mesi dalla data della consegna.

L’utilizzo del corpo umano, di parti di esso, o dei tessuti post mortem non puo’ avere fini di lucro, precisa invece l’articolo 7.

L’articolo 8, rubricato “disposizioni finanziarie”, prevede invece che le spese per il trasporto della salma dal decesso fino alla restituzione, quelle relative alla tumulazione o all’eventuale cremazione sono a carico – entro il limite massimo stabilito dall’articolo 8 – delle istituzioni in cui hanno sede i centri di riferimento che hanno utilizzato la salma.

L’articolo 9 infine abroga l’articolo 32 del testo unico delle leggi sull’istruzione superiore (di cui al R.D. 31 agosto 1933, n. 1592), in materia di cadaveri destinati all’insegnamento ed alle indagini scientifiche

Soddisfazione bipartisan

«Questo è il secondo ddl di iniziativa parlamentare che viene approvato all’unanimità in commissione Igiene e Sanita’. A dimostrazione che quando si lavora per la sanità si va oltre l’appartenenza politica. Questo provvedimento consentirà ai cittadini di poter scegliere di donare il proprio corpo alla scienza dopo la morte», manifesta così  la propria soddisfazione il senatore del Movimento 5 Stelle, Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Igiene e Sanita di Palazzo Madama, e promo firmatario del provvedimento.

«L’insegnamento dell’anatomia – spiega ancora Sileri – non puo’ prescindere dalla dissezione dei corpi. Un apprendimento mediato dalle illustrazioni sui libri risulta infatti limitato, mancando profondita’, proporzioni, consistenza, tridimensionalita’. La dissezione e il suo esercizio ripetuto offre manualita’. Basti pensare a un chirurgo, a quanto e’ importante il suo addestramento. Soprattutto poi se deve sperimentare una nuova tecnica o una nuova tecnologia che, verosimilmente, rappresenterà la cura di domani».

Dello stesso avviso il collega di partito di Sileri, Giuseppe Pisani, relatore del provvedimento, secondo cui «per gli studenti di medicina e chirurgia è molto importante fare pratica di dissezione sul corpo umano ai fini di un corretto apprendimento dell’anatomia della specie umana, cosi’ come lo e’ anche per i medici in formazione specialistica, prevalentemente nelle branche chirurgiche. Lo studio sul cadavere e’ di fondamentale importanza in campo chirurgico, sia per la pratica corrente che per la messa a punto di interventi particolarmente complessi, che, ancora, per la sperimentazione di nuovi approcci medici, di nuove tecniche chirurgiche ed anche di nuove tecnologie».

Per la vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Maria Rizzotti, “potenziare la donazione del corpo umano dopo la morte per finalita’ di studio, è un gesto di altruismo civico ancora raro in Italia che permette di superare al contempo il vuoto normativo italiano e l’assenza di sensibilita’ su un tema di fondamentale importanza per la ricerca e la pratica medica».

«Su certi temi come la ricerca in Medicina non ha senso dividersi e il voto di oggi ci dimostra che certe battaglie vanno condotte al di là degli schieramenti politici. I progressi nella medicina si possono fare solo se si investe sulla ricerca. Con questo ddl il nostro Paese si dota di uno strumento in più, importante e fondamentale, per fare dei passi in avanti”. Con queste parole il senatore e presidente UDC Antonio De Poli, autore di uno dei ddl esaminati confluiti nel testo base.

Anche il Pd, per voce di Paola Boldrini, esprime «apprezzamento per il contenuto del disegno di legge in esame e soprattutto per il valore che si attribuisce alla dignità e al rispetto del corpo umano”. Anche se  sottolinea una nota dolente: «Pur avendo l’unanimità di intenti di tutte le forze politiche – spiega la Boldrini – non avrà nessuna dotazione finanziaria e questo potrebbe portare ad avere una bella legge scritta ma non applicata a causa di mancanza di finanziamenti».

La senatrice della Lega Raffaella Marin, segretario della commissione Sanità è convinta: «Abbiamo approvato oggi un provvedimento a cui non potevamo far mancare il nostro voto favorevole, soprattutto perché è un complesso di norme che favorisce formazione e ricerca, di cui siamo convinti sostenitori. Solo puntando su questi parametri sarà possibile ottenere risultati di cui le future generazioni potranno beneficiare. Poteva sicuramente essere fatto di più in tema di formazione, ma quanto deliberato dalla commissione Sanità rappresenta comunque l’inizio di un percorso atteso da tempo dagli studiosi e dagli operatori del settore, che potranno così dare corso, grazie a questo provvedimento, ad una nuova fase profondamente innovativa».

Tutte le parti politiche si augurano che anche il passaggio a Montecitorio sia altrettanto rapido. L’approvazione del provvedimento costituirebbe un tassello fondamentale per la formazione dei chirurghi, ai giovani consentirebbe di fare pratica, ai professionisti esperti invece di sperimentare nuove tecniche ed esercitarsi in caso di interventi molto complessi. Riducendo drasticamente il rischio di errori.

 

A cura di Giovanni Cioffi

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