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Difficile ritorno a scuola, Omicron minaccia la presenza

 

La difficile partita contro Omicron riguarda anche il comparto scuola.

Il dilagare del contagio rende un rebus il ritorno tra i banchi dopo le festività.

Per molti il rientro nelle aule il 10 gennaio potrebbe diventare un miraggio. L’aumento esponenziale dei numeri ripropone il tema della didattica a distanza sulla quale il Governo si è sempre posto in una posizione di netta contrarietà. Per il ministro Bianchi è vietato tornare indietro: la scuola in presenza è la “chiave di volta” della squadra guidata da Mario Draghi.

Al momento, quindi, la situazione sembra “cristallizzata” all’evitare una fuga in avanti. Nei giorni scorsi il ministro non aveva escluso micro-chiusure in casi “straordinari” e con “focolai isolati”.

Le Regioni ieri sono tornate a chiedere la cancellazione della quarantena per i vaccinati anche in ambito scolastico. Una scelta fatta proprio per favorire il più possibile la didattica in presenza anche nei casi in cui si registrassero delle positività nelle classi. Tema di discussione è la possibilità di eliminare la quarantena per i ragazzi che hanno ricevuto due dosi di vaccino da meno di quattro mesi che vengano a contatto con una persona poi risultata positiva al Covid, se asintomatici. Stesso discorso per chi ha ricevuto la dose booster nella fascia di età compresa tra 16 e i 17 anni e gli adolescenti fragili tra i 12 e i 15 anni.

Dal territorio, però, arrivano segnali di insofferenza. “C’è preoccupazione sulla riapertura – taglia corto l’assessore all’Istruzione del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen -. Sono certa che in questi giorni verranno fatte delle riflessioni sia rispetto ai temi delle quarantene, vedremo se dal Ministero arriveranno indicazioni, sia rispetto ai tracciamenti legati alle scuole”.

Ed è proprio il potenziamento nell’attività di screening l’arma messa in campo, assieme ad una distribuzione massiva di mascherina Ffp2, con il decreto legge approvato il 23 dicembre. In questo ambito sono stati stanziati 9 milioni per il tracciamento e i laboratori militari, più altri 14,5 milioni per il personale della sanità militare e 5 milioni per l’acquisto di mascherine per il personale delle scuole dell’infanzia, a contatto con i bambini fino a 6 anni, esonerati dall’uso e con chi è a contatto con studenti più grandi che non la portano per particolari fragilità. La Difesa, inoltre, ha messo in campo 11 laboratori in 8 regioni per affiancare nello screening le Asl, sotto pressione con l’aumento dei positivi. Finora il personale militare ha effettuato circa 20 mila tamponi in 470 scuole.

Intanto il Ministero dell’Istruzione ha avviato la rilevazione del fabbisogno di Ffp2 da distribuire. I dirigenti scolastici dovranno indicare i quantitativi necessari entro il prossimo 4 gennaio in modo che la distribuzione possa essere organizzata in tempo per il rientro.

Infine novità potrebbero esserci anche per l’esame di maturità. Dopo lo stop forzato alla prova di italiano, quest’anno potrebbe essere ripristinata. “Abbiamo ancora qualche settimana prima che vengano ufficializzate le modalità di svolgimento dell’esame di maturità, ma sicuramente ripristinare la prova di italiano è una misura di buon senso e di attenzione nei confronti degli studenti: tutti avranno modo di essere valutati con maggiore completezza rispetto a quanto accaduto negli ultimi due anni”, afferma il sottosegretario all’Istruzione Sasso.

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