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Diamond Princess, gli americani sbarcati tornano a casa

Poco più di 300 americani sono atterrati in Texas e California. Anche l’Italia si sta mobilitando per riportare a casa i suoi cittadini.

Sono atterrati in California e in Texas i 328 americani che dal 3 febbraio erano rimasti a bordo della nave da crociera Diamond Princess, ancorata al porto giapponese di Yokohama con più di tremila persone a bordo. L’imbarcazione era in quarantena e ogni giorno spuntavano decine di nuovi casi di Coronavirus, 99 solo nelle ultime ore. E ogni volta che compariva un nuovo infetto, il conteggio della quarantena ripartiva da capo. I croceristi restano nelle cabine e si misurano la febbre ogni quattro ore, ciascuno con un termometro personale. Se la febbre supera una certa soglia, si avvisa il personale e partono gli accertamenti per verificare – o escludere – il contagio. Fino ad ora sono state poco meno di 1300 le persone sottoposte al test, 454 gli ammalati accertati.

Gli americani sono stati i primi a lasciare il focolaio e trascorreranno altri 14 giorni di quarantena (periodo di incubazione del virus) in strutture militari statunitensi. Un comunicato congiunto del Dipartimento di Stato e del Dipartimento della Salute Usa riporta che durante il viaggio 14 passeggeri sono risultati positivi al Coronavirus, e sono stati “monitorati con attenzione” e tenuti lontani dal resto del gruppo. Il rimpatrio è avvenuto su base volontaria, e c’è chi ha preferito restare a bordo e aspettare la fine dell’isolamento prevista per il 19 febbraio, mentre altri non sono potuti partire: sono i 40 che risultavano già contagiati e che dovranno continuare a sottoporsi alle cure in Giappone.

I passeggeri italiani

Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio comunica che “Stiamo lavorando affinché subito il Boeing dell’Aeronautica Militare vada a prendere in Giappone” gli italiani a bordo della Diamond. “Non lasciamo indietro nessuno”, insiste Di Maio, in linea con la decisione di far tornare a casa anche Niccolò, il 17enne che per via della febbre non era potuto partire da Wuhan, città focolaio da cui si è diffuso il Covid-19.

Gli italiani a bordo della Diamond Princess sono 35, tra cui 25 membri dell’equipaggio. Sembra che alcuni cittadini della crew non torneranno immediatamente sul suolo natìo, perché “sono cruciali per il funzionamento della nave e almeno alcuni potrebbero scegliere di restare a bordo”, spiega Stefano Verrecchia, capo dell’Unità di crisi della Farnesina. A partire saranno infatti in 22.

L’incubo di un secondo focolaio

La Diamond Princess è il più grande focolaio di Coronavirus al di fuori della Cina. Cresce in queste ore la paura per una seconda nave da crociera, la MS Westerdam, approdata in Cambogia ieri e da cui sono sbarcate oltre 1200 persone. Uno dei passeggeri, una americana di 83 anni, è poi risultata positiva al virus quando era già arrivata in Malesia, all’aeroporto di Kuala Lumpur. In seguito, ai restanti passeggeri e ai membri dell’equipaggio non è più stato permesso di spostarsi, sia che si trovassero ancora sulla nave e sia che fossero già in hotel. Nel frattempo però diversi viaggiatori sono riusciti a spostarsi. Secondo le autorità, 143 persone sono già passate alla prossima destinazione.

Di A.C.

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