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Dia, indotto lavori ponte Morandi attrattivi per le mafie

L’indotto inerente i lavori di demolizione e costruzione del ‘Ponte Morandi’ costituisce fonte di attrazione per la criminalità organizzata. Lo rileva la Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel primo semestre del 2019 (Dia).
    Dalle indagini della Dia è emerso come la camorra, anche se non annovera sodalizi strutturali nella provincia di Genova, abbia cercato di infiltrarsi nell’economia legale attraverso i lavori di demolizione del Ponte Morandi. Dalla relazione emerge inoltre, come le cosche calabresi abbiano evidenziato una spiccata capacità di entrare in contatto con le cosiddette zone grigie, ovvero imprenditori, professionisti, amministratori pubblici locali, favorendo così un patrimonio relazionale indispensabile per poter realizzare i loro disegni criminali. Emblematico è come alcuni imprenditori, attigui agli ambienti della criminalità organizzata, siano ricorsi a pratiche corruttive nei confronti di amministratori pubblici per acquisire appalti o subappalti, in alcuni casi anche attraverso atti intimidatori. La Liguria resta una regione con un’economia attrattiva per le mafie, tanto che l’ndrangheta nel tempo ha privilegiato la logica degli affari che punta a una infiltrazione silente dell’economia.
    Per gli investigatori della Dia, la presenza ultradecennale delle mafie ha ampliato anche il business del traffico di sostanze stupefacenti, principalmente di cocaina ed eroina. Le indagini hanno permesso di evidenziare come il porto di Genova sia diventato un attracco privilegiato per i traffici illeciti.
    Oltre ai grandi traffici internazionali, la Liguria è anche interessata dal commercio di rilevanti quantitativi di hashish e marijuana destinati al mercato nazionale.

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