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Di Maio, arrivano le dimissioni ufficiali – Vito Crimi alla guida

La decisione arriva a pochi giorni dalle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria.

“Mi collegherò in diretta perché ho delle cose importanti di cui parlarvi…” è l’oscura anticipazione di Luigi Di Maio, una delle ultime da capo politico del Movimento 5 Stelle. Suonano come le parole dell’innamorato che “dobbiamo parlare”, e di solito è per staccare la spina a qualcosa che non funziona più ed è a un passo dal tracollo. Proprio come il M5S guidato da Di Maio. E il momento per lasciare non può essere casuale, visto che la notizia arriva a pochi giorni da due appuntamenti elettorali che sanciranno il declino definitivo della creatura di Beppe Grillo, le elezioni in Calabria e in Emilia-Romagna, dove i candidati pentastellati sono destinati a ricoprire un ruolo poco più che marginale. Dopo la probabile disfatta elettorale che attende il Movimento, Di Maio pensa bene di abbandonare la nave. Anche per evitare la pioggia di responsabilità che arriverà il 26 gennaio in tarda serata, quando bisognerà ripensare la realtà Cinque Stelle dalle radici, per tentare di ritornarci, alle radici, e ritrovare quell’identità che li aveva resi speranza e alternativa. Ma a questo Luigi Di Maio non è pronto. E lascerà la reggenza a Vito Crimi, membro anziano, almeno fino a marzo, quando si terranno gli Stati Generali.

“Mi ricorda un po’ Schettino, molla la nave mentre affonda. È il riconoscimento di un fallimento e di una sconfitta: scappa a pochi giorni dalle elezioni in Emilia e Calabria dove l’unica certezza è che i 5Stelle perderanno. Se Di Maio avesse voluto portare avanti le istanze dei pentastellati avrebbe dovuto mollare il governo e non proseguire con l’inciucio per rimanere attaccato alla poltrona. Ha ricoperto quattro cariche perdendo voti, deputati, senatori ed elezioni regionali: è il fallimento oggettivo di un’azione politica di un partito che pensava che con il virus dell’antipolitica avrebbe curato i mali del Paese e invece è finito vittima di sé stesso”. Commenta così Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato.

Le conseguenze delle dimissioni del Ministro degli Esteri da capo del suo partito potrebbero non avere effetti immediati sul governo. Anzi, potrebbero addirittura consentire a Di Maio di svolgere al meglio il suo lavoro di ministro. Nel frattempo però, la prima risposta negativa arriva dai mercati. Lo spread impenna, arrivando a sfiorare i 170 punti base. Gli investitori si chiedono se la rinuncia di Di Maio indebolirà l’esecutivo, ma gli altri attori in campo usano, comprensibilmente, toni edulcoranti. Non ci saranno ripercussioni sul governo secondo Nicola Zingaretti, “Sono segnali di un dibattito interno a M5S”, dice il segretario dem. “Penso siano due piani completamente diversi”, sostiene la presidente della commissione Finanze Carla Ruocco. Rispetterà la decisione Conte, anche se “mi dispiacerà sul piano personale”. Il Senatore Gregorio De Falco, ex M5S, diventato famoso per aver detto a Schettino – quello vero, non Di Maio – “vada a bordo ca…”, questa volta accoglie con ottimismo le dimissioni del capitano grillino: “Mi pare che questo possa essere salvifico. Questa soluzione potrà consolidare la compagine di governo”.

Dal Tempio di Adriano a Roma, in occasione della presentazione dei nuovi facilitatori regionali del M5S, Di Maio ricorda i fasti del suo mandato e lancia pillole di speranza per il futuro. Parla di fiducia e responsabilità, del cambiamento da forza di opposizione a forza di governo, di decisioni difficili. “È tempo di rifondarsi”, dice Luigi Di Maio, “si chiude un’era”. “Per stare al governo serve essere presenti sul territorio in maniera organizzata: ci ho lavorato un anno e ho portato a termine il mio compito. Ora inizia il percorso verso gli Stati generali”. “Io mi fido di voi, mi fido di noi e di chi verrà dopo di me. Per arrivare fin qui abbiamo fatto salti mortali. Hanno iniziato Beppe e Gianroberto e a loro va tutto il mio grazie di cuore”, ha detto Luigi Di Maio. “Noi dobbiamo pretendere il sacrosanto diritto di essere valutati almeno alla fine dei cinque anni di legislatura. Io penso che il governo debba andare avanti, perché alla fine” della legislatura “i risultati si vedranno ma dobbiamo avere il tempo di mettere a posto il disordine fatto da chi ha governato per trent’anni prima”.

https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/videos/177106820167394/

“Non mollerò mai, è solo la fine di un’epoca”. Altre sfide attendono Di Maio, che non smetterà di combattere per le battaglie in cui crede. E se ne va, sulle note dei Coldplay.

Di A.C.

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