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Di agaiacomo (S.PP) : Nel carcere comandano loro per imporre la propria supremazia allo stato

 

A Trento ennesima aggressione ad agente, dopo quelle di Augusta, Ferrara e Perugia,
solo negli ultimi giorni; risse quasi quotidiane tra gang e clan di detenuti italiani e
stranieri come è avvenuto in questi giorni a Cuneo e ad Alessandria. I fatti degli istituti
penitenziari del Paese confermano che a comandare sono sempre e solo loro, i
criminali che vogliono imporre il proprio controllo di traffici e la propria supremazia
sullo Stato”. Così il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo: “Ad accrescere il
livello di tensione da una parte la diffusa convinzione di restare impuniti o al massimo
come è accaduto per gli otto detenuti autori a Modena di una maxi rissa di una
sanzione di 250 euro e dall’altra il clima di delegittimazione del personale
penitenziario che ormai è fortemente diffuso dai fatti di Santa Maria Capua Vetere che
alimenta la convinzione tra i capi gang di poter adesso osare sempre di più nella sfida
allo Stato che ha ammainato bandiera bianca. Il Premier Draghi si è richiamato ai
principi dell’Articolo 27 della Costituzione che riguardano lo strumento della
detenzione (“Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di
umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”) ma non ha fatto alcun
richiamo ai diritti del personale penitenziario che è stato messo nelle condizioni di non
potersi nemmeno difendere dalle aggressioni. Sono tanti infatti i colleghi che si
ritrovano in inchieste giudiziarie che durano anni solo per aver esercitato

il dirittodovere di contenimento di fronte alla violenza e ad atti di rivolta dei detenuti. Se si
vuole che il personale debba subire passivamente le aggressioni lo si dica
chiaramente”.
Di Giacomo continua: “è bene che i cittadini si rendano conto che nelle carceri non
sono reclusi vittime o angeli, ci sono autori di crimini efferati per i quali da tempo
invece si sostengono la clemenza e provvedimenti di indulto. Noi non ci stiamo a
mettere sullo stesso piano i servitori dello Stato e i criminali che pretendono il
controllo del carcere e sono un costante pericolo dell’ordine pubblico e la minaccia per
la libera convivenza dei cittadini. Soprattutto dopo gli impegni solenni del presidente
Draghi e del ministro Cartabia, è ora che ci si occupi seriamente dei problemi del
sistema penitenziario senza illudersi che sfollando le celle, tutto si risolva di colpo”.

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