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Dalla sindrome Kawasaki riscontrata nei piccoli pazienti infettati dal coronavirus

 

#OGGINOTIZIE – Dalla sindrome Kawasaki riscontrata nei piccoli pazienti infettati dal coronavirus, all’allarme lanciato dal sindaco di New York sul picco di contagi tra i bambini, nel momento in cui molti Paesi si avviano verso la ripresa, emerge una nuova minaccia. I bambini non sono piu’ immuni, come dicevano gli esperti all’inizio dell’epidemia.

Solo negli Stati Uniti si sono registrati 150 casi di contagi tra i piccoli. Già l’immunologo Anthony Fauci, nel corso della deposizione al Senato, aveva invitato a non commettere questo errore di valutazione. La cronaca degli ultimi giorni sta confermando i sospetti peggiori: a New York ci sono cento bambini contagiati, uno, dell’età di 5 anni, è morto.

De Blasio ha rivolto un insolito appello ai genitori newyorkesi: “Chiamate il medico al primo sintomo. Può essere decisivo per salvare la vita a questi bambini”. Casi sono stati segnalati anche in Louisiana, Mississippi e California e una cinquantina in Europa, tra Francia, Svizzera, Spagna e Regno Unito. In Usa i medici di almeno diciotto stati hanno accelerato le ricerche sui piccoli pazienti.

I segnali da tenere d’occhio sono febbre prolungata, infiammazioni della pelle, congiuntivite e linfoadenopatie. I primi casi, secondo uno studio dei ricercatori dell’Università di Birmingham, Alabama, sono stati segnalati già a marzo. La correlazione con la cosiddetta “sindrome Kawasaki”, riscontrata tra i bambini fino a 8 anni, è apparsa invece in un recente studio pubblicato da Lancet e condotto dai ricercatori dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

In generale i sintomi infiammatori appaiono nei bambini come conseguenza post-virale, sostiene Jeffrey Burns, ricercatore dell’ospedale pediatrico di Boston. “Questa sindrome – spiega – non è direttamente causata dal virus, ma e’ legata a un’insufficienza immunitaria”. Ma nessuno è ancora in grado di spiegare perché.

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