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Dal 16 gennaio la mostra al WeGil di Roma sulla violenza contro le donne

Dal 16 gennaio al 6 febbraio il WeGil di Roma ospiterà la mostra per rompere il silenzio sulla violenza contro le donne.

Inaugurata al WeGil, l’hub culturale della Regione Lazio nel cuore di Trastevere, L’invisibilità non è un superpotere: fino al 6 febbraio, a ingresso libero, in mostra 10 fotografie e 10 radiografie che raccontano il mondo di dolore e silenzio in cui vivono le donne vittime di violenza. L’esposizione, di Fondazione Pangea e Reama Network, è promossa dalla Regione Lazio e organizzata da LAZIOcrea in collaborazione con la Fondazione stessa, promotrice di Reama, la rete per l’Empowerment e l’auto mutuo aiuto per le donne vittime di violenza.

“L’invisibilità non è un superpotere” nasce infatti dall’esperienza ventennale di Fondazione Pangea che ha incontrato migliaia di donne in tutto il mondo e dall’incontro tra la Dr.ssa Maria Grazia Vantadori, chirurga nonché referente CASD – Centro Ascolto Soccorso Donna dell’Ospedale San Carloe componente della rete Reama, e la fotografa Marzia Bianchi, collaboratrice di Pangea – Reama.

“La violenza sulle donne è una ferita insopportabile, che riguarda tutte e tutti. Per cancellarla serve una grande mobilitazione civile e culturale. Ecco il senso di questa mostra. Il mio augurio è che di fronte alle immagini esposte tutti possano comprendere quanto sia grave volgere lo sguardo dall’altra parte. Rompere l’indifferenza e il silenzio è il primo indispensabile passo. Ma il valore di questa iniziativa è anche nel mostrare che le donne non sono sole: ci sono realtà e istituzioni che lavorano con impegno e passione, ogni giorno, per dare risposte alle vittime di violenza. La sfida è non riaccendere i riflettori solo dopo l’ennesimo reato, ma creare una solida rete di protezione e, tutti insieme, incidere davvero sul tessuto sociale e sulle radici culturali della violenza di genere” – così il presidente, Nicola Zingaretti.

“La nostra priorità è cambiare un certo modo di pensare, modificare una cultura che induce alla violenza sulle donne, educare le giovani generazioni ai sentimenti, creare una società più unita. Questa mostra ci fa guardare oltre le apparenze; sotto le garze, le fasciature e i cerotti arriva al punto più intimo del dolore inferto alle donne. Ma di riflesso ci fa vedere anche tutto il vuoto emotivo di chi ha commesso questi orribili crimini. I nostri obiettivi sono chiari: proteggere le donne, provenire le violenze, punire i colpevoli. La Regione Lazio ha da poco aperto a Formello il ventitreesimo centro antiviolenza sul nostro territorio e siamo pronti ad aprirne altri a breve, per essere accanto alle donne che hanno subito violenza e fornire loro spazi, tempi e speranze da cui ricominciare” – parole di Giovanna Pugliese, assessora al Turismo e Pari opportunità.

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