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Da Milano Cadorna a Malpensa in 10 minuti con l’Hyperloop, nasce l’idea

Dalla stazione di Milano Cadorna alla stazione di Milano Malpensa con una tecnologia di levitazione magnetica, sono in corso le verifiche per il progetto avveniristico.

Da Milano Cadorna alla stazione ferrroviaria di Malpensa in 10 minuti, con risparmio di tempo superiore alla mezz’ora rispetto agli attuali tempi di percorrenza. Al momento è un’ipotesi ma potrebbe essere l’obiettivo cui tende l’intesa siglata giovedì 20 febbraio tra FNM e Hyperloop Italia che hanno avviato, per la prima volta nel nostro Paese, uno studio di ingegneria e di fattibilità tecnico-economica-giuridica per valutare la possibilità di realizzare un sistema di trasporto di passeggeri e/o merci dalla stazione di Milano Cadorna alla stazione di Milano Malpensa che preveda l’utilizzo di una tecnologia di levitazione magnetica passiva. Oltre a una decisiva riduzione di tempo, la soluzione comporterebbe un minor consumo energetico legato al nuovo sistema e i costi connessi all’intera operazione.

L’iniziativa è stata illustrata nel corso della conferenza stampa alla quale sono intervenuti il vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala, il presidente di FNM Andrea Gibelli e il fondatore e amministratore delegato di Hyperloop Italia Bibop Gresta. “Un giorno importante per la Lombardia, perchè investire in Ricerca è oggi il miglior investimento che produce risultati nel futuro” ha sottolineato il vicepresidente Sala, e assessore alla Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione delle imprese.

Riferendosi al treno iperveloce che consentirebbe di collegare Milano all’aeroporto di Malpensa, il vicepresidente Sala ha dichiarato: “Questa è la ricetta giusta per avere un trasporto veloce, sostenibilità ambientale, risparmio energetico, sviluppo economico, benessere sociale”.

La logica di sviluppo di questo sistema è totalmente innovativa e riflette l’attuale tendenza, a livello mondiale, di un’impostazione open sourcing, grazie alla quale si possono condividere esperienze diverse per superare il limite oggi presente per ragioni strutturali dei 600 km/h (Cina e Giappone) attraverso la tecnologia del ‘vuoto’.

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