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Crollo Ponte Morandi, svolta nelle indagini con reperto chiave

I periti della Procura e i consulenti hanno trovato un reperto che potrebbe significare una svolta nelle indagini sul crollo del Ponte Morandi.

Nell’ambito delle indagini in merito al crollo del Ponte Morandi, i periti della Procura e i consulenti hanno continuato a cercare e catalogare reperti utili ad accertare le cause del crollo. Tra le prove raccolte, è stato trovato un reperto che potrebbe segnare una svolta decisiva. Il reperto numero 132, infatti, potrebbe essere un ritrovamento chiave nelle indagini. Pare infatti che la prova mostri chiaramente un avanzato stato di corrosione dei cavi di acciaio all’interno dello strallo di cemento armato. Secondo i militari della Guardia di Finanza, la corrosione del reperto sarebbe da ricondurre alla carenza di manutenzione.

Il reperto 132 sarà ora mandato in Svizzera, dove sarà sottoposto ad indagini più approfondite. Secondo gli inquirenti, il crollo del viadotto è stato causato proprio dalla rottura degli stralli, cioè i tiranti posti alla sommità della struttura. Tale collasso è dovuto al fatto che gli stralli erano ammalorati da anni, ed era infatti stato approvato un progetto di retrofitting, che consisteva nel rinforzo delle pile 9 e 10. I lavori sarebbero dovuti partire alla fine di quest’anno, o al più all’inizio del 2019. Tuttavia, il progetto non prevedeva la chiusura preventiva del Ponte Morandi.

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