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Crisi post crollo Morandi, i “gilet arancioni” in protesta

Nonostante la zona franca urbana continuano a pagare le tasse

“Chiediamo un incontro con il sindaco commissario Marco Bucci perché la pazienza e anche la capacità di sopravvivenza stanno per finire, per alcuni sono già finite, i commercianti di via Fillak e via Rolando sono molto arrabbiati”.

Maurizio Catena, presidente del centro integrato di via Rolandone, spiega che anche se non c’è nulla di definito è ormai molto probabile che i negozianti di una delle zone più colpite dal crollo di ponte Morandi, quella immediatamente a sud del moncone est, possano mettere in atto una protesta di piazza per chiedere aiuti concreti per andare avanti, nonostante la crisi che si è venuta a creare dal 14 agosto.

“Serve un intervento di Bucci – insiste Catena – perché sblocchi determinate situazioni, come zona franca urbana avremmo dovuto avere la sospensione delle tasse ma continuiamo a pagare tutto, inoltre ci sono realtà come i negozi di recente apertura i quali non sono neppure contemplati nella gamma di agevolazioni previste dal decreto Genova. Così non serve a niente”.

Zona arancione, protesta arancione, gilet arancioni. Per i commercianti la “divisa” di piazza potrebbe ricalcare quella della più nota protesta di ispirazione francese. L’area, tra piazza Montano e il moncone est del ponte è diventata di fatto un cul-de-sac e le attività commerciali hanno subito un contraccolpo pesantissimo. Per alcuni il fatturato si è ridotto di oltre il 70%. Il 27 settembre scorso, poco più di un mese dopo il crollo del viadotto Polcevera, avevano organizzato un presidio per esprimere la forte preoccupazione. Oggi quei timori sono più che confermati.

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