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Covid, quasi 24 mila contagi in un giorno e 457 morti

 

Sono 23.987 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 23.696.

Sono invece 457 le vittime in un giorno (460 ieri), 354.952 i tamponi molecolari e antigenici effettuati per il coronavirus nelle ultime 24 ore. Ieri i test erano stati 349.472. Il tasso di positività resta intorno al 6,8% come ieri. Aumentano i pazienti ricoverati in terapia intensiva, sono 3.628, 8 più di ieri nel saldo giornaliero tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione sono 288 (ieri erano stati 260). Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 28.472 persone, in aumento di 48 unità rispetto a ieri.

I casi totali da inizio epidemia sono 3.488.619, i morti salgono invece a 107.256. Ci sono 566.711 attualmente positivi, in aumento di 3.753 rispetto a ieri. Dall’inizio della pandemia sono invece 2.814.652 i guariti e i dimessi, con un incremento nelle ultime 24 ore di 19.764 unità. In isolamento domiciliare ci sono 534.611 persone, in aumento di 3.697 rispetto a ieri.

C’è un rallentamento della crescita della curva epidemica in Italia e oggi vediamo i primi segnali di stabilizzazione”. Lo ha detto il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro alla conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia organizzata dal ministero della Salute.

“L’età media di chi contrae l’infezione è tra 40 e 50 anni, un dato costante, ma si comincia a vedere un decremento nei casi, anche tra gli operatori sanitari per i quali rappresenta un evento positivo dovuto alla vaccinazione” ha aggiunto Brusaferr.

Si osserva un “miglioramento complessivo del rischio, sebbene complessivamente ancora alto”. Cinque Regioni (Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Piemonte, Puglia e Toscana) hanno un livello di rischio alto. Tredici Regioni/PPAA hanno una classificazione di rischio moderato (di cui dieci ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e tre hanno una classificazione di rischio basso (Basilicata, Campania, e la Provincia Autonoma di Bolzano).

Tutte le Regioni/PPAA, tranne sei, hanno riportato allerte di resilienza. Una di queste, la Puglia, riporta molteplici allerte di resilienza.

“Si osserva una lieve diminuzione dell’incidenza a livello nazionale che non consente comunque di ridurre le attuali misure di restrizione”. Inoltre, “i dati di incidenza, trasmissibilità ed il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri richiedono di mantenere rigorose misure di mitigazione nazionali accompagnate da puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione”. Così il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, che ribadisce “anche alla luce del sostenuto aumento della prevalenza di alcune varianti virali, di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità”.

“Mantenendo le misure e rafforzando la campagna vaccinale penso si possa arrivare a proficui miglioramenti per trascorrere un’estate serena; non elimineremo il virus ma si spera in un’estate serena”. Lo ha detto il direttore Gianni Rezza alla conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia organizzata dal ministero. “C’è una prima inversione di tendenza – ha aggiunto Rezza – che è conseguenza degli effetti delle misure prese nelle scorse settimane. Il dato è positivo se si pensa che stiamo contenendo una epidemia che è dovuta principalmente ad una variante, quella UK. Tuttavia resta una occupazione elevata delle terapie intensive e cosa di decessi elevata, ma questo era atteso perchè si sono accumulati molti casi nelle settimane scorse”.

Tredici Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, una Regione (Valle d’Aosta) ha un Rt con il limite inferiore maggiore di 1,5 compatibile con uno scenario di tipo 4, e un’altra (Calabria) ha un Rt con il limite inferiore maggiore di 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Otto Regioni hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno.

In anticipo sul passaggio in zona rossa della Valle d’Aosta, già da domani nella regione alpina sarà in vigore il divieto di spostamento tra comuni, salvo per esigenze lavorative o situazioni di necessità. Lo prevede un’ordinanza firmata nel pomeriggio dal presidente della Regione Erik Lavevaz. Rimane in vigore il divieto di accesso per i proprietari di seconde case provenienti da altre regioni.

Brusaferro e Rezza hanno annunciato poi che “è attivo un gruppo di lavoro che sta completando l’aggiornamento delle indicazioni per le cure anti-Covid domiciliari e c’è già una bozza di documento: presto ci saranno nuove indicazioni sulla base anche delle ultime evidenze nel campo dei farmaci”.

Sui test salivari per la diagnosi di positività a SarsCov2, un cui utilizzo è stato ipotizzato anche per test a campione sugli studenti, “stanno emergendo nuove tecnologie e nuovi studi ed è molto importante – ha detto Brusaferro –  una volta avuta la disponibilità tecnologica, validarli e poi testarli sul campo per poter sfruttare al meglio le loro potenzialità. Su questo ci sono impegni importanti da parte di alcune Regioni”.

“In questo momento – ha precisato Brusaferro – l’Iss non sta facendo valutazioni di questo tipo ma sappiamo che ci sono contesti regionali dove si stanno facendo degli studi e si guarderanno con grande interesse”. “Vorremmo avere dei test salivari perchè il loro utilizzo è molto più agevole nel caso dei bambini, ma allo stesso tempo – ha concluso il direttore generale della Prevenzione del ministero Gianni Rezza – vogliamo essere sicuri sulle caratteristiche di questi test, cioè che abbiano una elevata sensibilità e specificità”.

Rezza è intervenuto anche sull’adesione dei sanitari alla vaccinazione anti-Covid definendola molto alta: “Semmai c’è stato finora un problema di mancata offerta adeguata di dosi – ha detto – e ci aspettiamo che aumentando ora le dosi disponibili la domanda non venga sicuramente a diminuire”. Un operatore sanitario “dovrebbe considerare il vaccino un diritto-dovere, perchè uno degli obiettivi del Piano vaccinale è rendere Covid-free gli ospedali. Non si dovrebbe neanche arrivare all’obbligo, non dovrebbero avere esitazioni. In caso contrario, provvedimenti adeguati sono auspicabili”.

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