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Covid, in 24 ore 9.709 casi, 46 vittime.

 

La curva dei contagi cresce e il mondo scientifico lancia l’allarme: intervenire perchè il trend è in crescita. E il sottosegretario alla Salute Andrea Costa lancia un appello ad “affrettarsi con la prenotazione delle terze dosi e procedere rapidamente con la somministrazione dei richiami a tutti coloro per cui è previsto.

Dobbiamo invitare gli italiani – ha detto a Tgcom 24 – a continuare ad avere senso di responsabilità rispettando le regole, dall’uso delle mascherine all’igiene delle mani.

Dobbiamo inoltre accelerare sulle terze dosi e per questo abbiamo anche dato alle Regioni la possibilità di anticipare a partire proprio da domani l’avvio della somministrazione delle terzo dosi agli over40″.

E il bollettino quotidiano del ministero della Salute annuncia che sono 9.709 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, ieri erano stati 11.555. Sono invece 46 le vittime in un giorno. Ieri erano state 49. Sono 487.109 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 574.812. Il tasso di positività è al 2%, stabile rispetto a ieri. Sono invece 520 i pazienti in terapia intensiva in Italia, 8 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 35. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 4.345, ovvero 95 in più rispetto a ieri.

“Proporremo al governo di scegliere il più presto possibile delle misure che possano favorire le vaccinazioni, garantendo in caso di passaggio di zona la possibilità di superare quelle restrizioni per le persone che si sono vaccinate”, cercando così di “convincere anche gli ultimi indecisi”, e “dare certezza alle imprese, alle quali non possiamo di dire ‘vediamo in che zona sarete e se terrete aperto o no'”. Così il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, a Mezz’ora in più, su Rai 3.

“Se noi non interveniamo il risultato è che se una Regione passa in zona arancione o rossa è chiuso per tutti, non è che non si chiude per nessuno”, ha detto il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni parlando dell’ipotesi di consentire più attività ai vaccinati in caso di passaggio di colore di una regione. “E’ una misura che apre un po’ di più. L’alternativa è chiudere per tutti a prescindere – rimarca -. Non parliamo di escludere qualcuno, ma a chi ha una minore propensione al rischio ospedalizzazione diciamo ‘puoi fare un po’ più di cose'”.

“Per la terza settimana consecutiva registriamo un incremento del 20% nel dato di mortalità per Covid. Si tratta nella stragrande maggioranza di non vaccinati, la cui età media si abbassa a circa 60 anni. Alla terza settimana, che è in corso e conferma questi numeri, tale andamento diventa trend”. Lo dice all’ANSA Amerigo Cicchetti, direttore di Altems, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di Roma. Secondo Cicchetti, per invertire il trend bisogna “intervenire subito” e la prima misura è “incentivare fortemente le terze dosi, anche riaprendo gli hub delle metropoli da poco chiusi”. I casi, spiega Cicchetti, “stanno risalendo e quindi iniziamo a vedere anche un effetto sui tassi di mortalità e questo è molto preoccupante, per cui il messaggio è ‘interveniamo adesso’ perchè il trend potrebbe crescere ancora”. “Se non si fanno interventi e la variante del virus è la stessa è chiaro – rileva – che il trend che abbiamo visto in queste ultime tre settimane potrebbe continuare. I trend non si cambiano se non si fanno interventi, quindi quel tasso del 20% in più della mortalità ogni settimana potrebbe essere lo scenario più probabile in assenza di interventi”.

Gli interventi, sottolinea Cicchetti, “possono essere molteplici, più o meno aggressivi, ma la decisione è più politica che tecnica. L’intervento più aggressivo è il lockdown e il rientro nelle fasce di colore, gli interventi meno aggressivi partono invece dall’ipotizzare ad esempio uno sdoppiamento delle limitazioni a seconda della vaccinazione fatta. L’idea del green pass 2g alla tedesca, per guariti e vaccinati, potrebbe essere una via di mezzo”. L’altra via, rileva, “che potrebbe farsi strada, è quella della vaccinazione obbligatoria”. Tuttavia, la via “attualmente più semplice da attuare è accelerare molto sulle terze dosi, pertanto bisogna riattivare gli hub vaccinali disattivati, chiaramente con uno sforzo organizzativo e logistico”. In sintesi, afferma, “la prima opzione è quindi utilizzare di nuovo le fasce di colore per il rischio nei diversi territori, la seconda è l’obbligo di vaccino, la terza è non rendere obbligatorio il vaccino ma accelerare le terze dose facendo investimenti sugli hub vaccinali”. Tuttavia, conclude Cicchetti, “l’obbligo vaccinale tout court lo terrei come ultima opzione perchè rischia di esacerbare molto le posizioni, mentre è preferibile creare degli incentivi con green pass differenziati per creare una spinta forte alla vaccinazione. L’obbligo può invece essere ampliato solo per alcune categorie”.

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