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Covid-19 come motore di evoluzione: il ruolo delle università online

L’impatto del Covid-19 sulla società? Sicuramente fortissimo, ma non tutte le conseguenze sono state negative. Partendo dal presupposto che un ritorno alla normalità sembra ancora lontano, che svolgere azioni quotidiane a volte risulta molto difficile e che molti settori risentono ancora del lockdown, sono diverse le realtà che si sono evolute a partire da questi impedimenti.

Tra tutti spicca il settore della scuola e dell’istruzione anche se è probabile che dalla materna fino al liceo le lezioni avranno un andamento singhiozzante, tra quarantene personali, paura per i risultati dei tamponi, classi e scuole in isolamento. Anche l’università è piena di incertezze: ci sono dubbi sulla modalità di svolgimento delle lezioni, degli esami: insomma, è tutto un gran caos.

A peggiorare la situazione è intervenuta la crisi economica conseguente alla pandemia: sono tantissimi gli studenti che non possono più mantenersi da fuori sede e c’è stata una notevole riduzione di matricole in tutti gli atenei.

Le soluzioni trovate? Alcuni atenei hanno è deciso di adottare il sistema blended, ovvero misto, con lezioni in aula e a distanza, in modo da poter continuare a studiare da un’altra città senza sostenere i costi del trasferimento. A qualcuno, però, questo metodo delle video-lezioni potrebbe sembrare qualcosa di già sentito, qualcosa che circolava già prima della pandemia da Coronavirus. Sono tantissimi infatti gli atenei tradizionali che avevano adottato la possibilità di studiare online, per consentire anche a lavoratori o fuori sede un accesso maggiore all’istruzione superiore.

Questa modalità ibrida è regolata dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) e viene considerata blended se l’attività didattica prevede il supporto delle Information Communication Technology per un numero di CFU non inferiore al 30% ma non superiore al 75% dei CFU totali.

Ma ci sono anche soluzioni che consentono di effettuare il 100% dei CFU previsti online, sono le Università Telematiche: infatti, queste ultime, basano tutta la loro attività – e lo fanno da decenni – sul concetto di e-learning e fruizione asincrona della didattica. Per chi temesse che avere una laurea telematica sia avere un titolo di serie B, diciamo subito che oggi sono diverse le università online riconosciute dal MIUR, come per esempio l’Unicusano.

Ovviamente, il punto di forza degli atenei è proprio la flessibilità: una volta effettuata l’iscrizione si può accedere a una piattaforma, dove è possibile visualizzare da qualsiasi dispositivo con connessione a internet e in qualunque orario, la lezione scelta. Inoltre, si può interagire con i professori a distanza, grazie a uno scambio reale di mail e anche i testi e le dispense sono forniti online. Diverso il discorso degli esami: se in questo momento di emergenza sanitaria si svolgono online, nella normalità vengono sostenuti dal vivo, nelle varie sedi che si trovano in tutta Italia.

Cosa c’entra il Covid e perché ha fatto evolvere le università online?

Innanzitutto, l’e-learning ha acquisito tutto un nuovo valore, se prima veniva bistrattato, adesso abbiamo assistito a una grande rivalutazione dello studio a distanza. Secondo poi ha permesso a tantissimi ragazzi (e adulti) che non avrebbero più potuto accedere per ragioni economiche all’università, di proseguire gli studi e raggiungere la tanto desiderata Laurea.

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