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Cose dell´altro mondo (voto 6)

La prima cosa che viene voglia di fare è citare William Shakespeare, più precisamente Molto rumore per nulla (Much Ado About Nothing, 1598-59), prescindendo, ovviamente dal fatto che l’opera del bardo è ambientata a Messina, mentre Cose dell´altro mondo ha per scenario il Veneto. Il film di Francesco Patierno (1964) è un libero rifacimento di Un giorno senza messicani (A Day Without a Mexican, 2004) di Sergio Arau, ma con una pesantezza di toni e una superficialità narrativa che fanno apparire l’originale quasi un capolavoro. Ricordiamo che nel testo originale erano messe alla berlina, oltre che al ruolo della televisione, anche non pochi pregiudizi razziali di cui soffrono i californiani. Anche nel nuovo film ci sono personaggi simili a quelli che popolano il primo – conduttori televisivi, indigeni che non si rendono conto del contributo che gli immigrati danno alla loro vita – ma la differenza sta tutta nel tono sguaiato da commedia paesana che contraddistingue il lavoro di Francesco Patierno. Tanto clamore per nulla, dunque, vien da dirlo pensando alle prese di posizione, le interrogazioni parlamentari, le dichiarazioni rilasciate da esponenti politici leghisti prima ancora di aver visto il film. Quest’ultimo nasce da un’idea non peregrina: un giorno, dopo un forte temporale tutti gli extracomunitari scompaiono dall’Italia, causando la chiusura di aziende, il collasso del sistema sanitario, la rovina d’intere famiglie. Situazioni così fantasiose possono esser affrontate solo con una dose massiccia d’invenzione o di surrealismo. Come dire che ci vogliono registi dalla fantasia veramente vivace per trasformare il paradosso in apologo morale o satira sociale. Qui questo non avviene e il film scivola rovinosamente nella commedia all’italiana, con l’aggravante di un cast che, a iniziare da Diego Abatantuono, supplisce alla mancanza d’idee e alla debolezza della regia sovraccaricando i toni. Insomma se non siamo a livello del camionista demente di Eccezzziunale… veramente (1982) di Carlo Vanzina, ci andiamo molto vicini.
(umberto@uerre.it)
 

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