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Coronavirus, scuole e atenei chiusi fino al 15 marzo. Dubbi del Comitato scientifico. Primi due casi in Valle D’Aosta

Scuole e università chiuse in tutta Italia fino al 15 marzo: una decisione presa dal Governo seguendo la “linea della massima precauzione”, nonostante il Comitato tecnico scientifico avesse evidenziato dubbi sulla sua efficacia. E ancora: sospensione in tutto il paese, come per le zone rosse, di manifestazioni ed eventi “di qualsiasi natura” e “in qualsiasi luogo”; partite e competizioni sportive, compresa la serie A, a porte chiuse; sport di base che non si ferma ma solo a condizione che vengano rispettate le raccomandazioni dell’Istituto superiore di Sanità.

Il governo vara una nuova stretta per tentare di arginare la diffusione del coronavirus, con i malati che hanno ormai superato i 2.700 e l’intero Paese.

“A noi tutti, istituzioni e politica, dico: abbassiamo i toni, evitiamo colpi di testa e agiamo con la massima lealtà verso lo StatoDiamo un esempio di serietà anche all’estero, dimostriamo di essere un Paese forte e consapevole”, scrive in un post su Facebook sull’emergenza Coronavirus il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Anche in Valle D’Aosta, unica regione fino a ieri che non aveva contagiati, fa registrare i primi due probabili casi. A comunicarlo la Presidenza della regione che aggiunge che i tamponi sono stati inviati all’Istituto superiore di sanità per la conferma. Gli esami effettuati ieri su due pazienti presi in carico dal Servizio sanitario regionale sono risultati positivi. Le persone risultate positive manifestano sintomatologie lievi. I pazienti appartengono allo stesso nucleo familiare.

Hotel in isolamento nell’Imperiese – In isolamento l’hotel Paradiso di Diano Marina dove un turista di Brembate (Bergamo) è stato trovato positivo al Coronavirus. La persona contagiata fa parte di una comitiva di 48 perone. “Stiamo già organizzando con la macchina della Protezione Civile lo sgombero degli ospiti dell’albergo, che verranno riportati subito a Bergamo per la quarantena”, ha detto il governatore Giovanni Toti. Il personale dell’albergo farà la quarantena a casa.

L’unica buona notizia di ieri arriva dal numero dei guariti: sono 276, l’8,49% del totale dei contagiati ma soprattutto 116 in più rispetto a martedì, con un incremento del 72,5%.

“La decisione di chiudere le scuole non è stata semplice – conferma la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina – è stata una scelta d’impatto, spero che gli alunni tornino al più presto a scuola”. La titolare di viale Trastevere ha anche garantito che si farà di tutto per garantire i servizi scolastici a distanza e il governo è già al lavoro per mettere a punto una norma che prevede la possibilità per uno dei genitori di assentarsi dal lavoro per accudire i figli minorenni. Il motivo che ha spinto a sospendere l’attività didattica lo spiega invece il premier.

“In questo momento – sottolinea Conte – siamo concentrati ad adottare tutte le misure di contenimento diretto del virus o di ritardo della sua diffusione perché il sistema sanitario, per quanto efficiente e eccellente, rischia di andare in sovraccarico” in particolare “per la terapia intensiva e sub-intensiva”.

In realtà il comitato tecnico scientifico, chiamato ad esprimere un parere non vincolante, aveva evidenziato dei dubbi: mancano le evidenze scientifiche, sarebbe stato rilevato all’unanimità, sull’efficacia della chiusura delle scuole ai fini di un contenimento dei contagi da coronavirus, soprattutto per la breve durata della misura. Il Governo, però – confortato soprattutto dal parere favorevole dell’Istituto superiore di Sanità, il cui presidente Silvio Brusaferro siede anche nel Comitato tecnico scientifico – ha deciso per la chiusura. “E’ evidente che ora non ci siano evidenze scientifiche ma la politica – spiegano fonti di Palazzo Chigi – deve puntare a qualsiasi iniziativa che contribuisca a rallentare la diffusione del virus. Un virus nuovo, per questo il governo ha deciso di agire adottando il principio della massima precauzione”. Dal canto suo Brusaferro si è limitato a affermare che “le misure del dpcm vanno nella direzione di un forte contenimento e rallentamento della diffusione dell’infezione da coronavirus. Forti alleati per contrastare l’infezione sono i comportamenti dei cittadini”. 

dati aggiornati dicono che i morti sono arrivati a 107, il 3,47% del totale dei contagiati, e che ci sono 295 malati in terapia intensiva, 66 in più di ieri, pari al 28,8% in più. Ma è anche vero che sono poco più del 10% dei 2.706 malati totali. 1.346 sono invece i malati ricoverati con sintomi e 1.065 quelli in isolamento domiciliare. L’obiettivo del governo è dunque quello di evitare che aumentino in maniera esponenziale i ricoverati più gravi, mandando in crisi tutto il sistema.

Ed infatti, oltre al Dpcm, l’esecutivo ha messo in campo altre due misure. Da un lato il ministero della Salute ha disposto il potenziamento del 50% dei posti a disposizione nei reparti di terapia intensiva e del 100% in quelli di pneumologia e malattie infettive, oltre alla possibilità di reclutare medici e sanitari da altre parti d’Italia da dirottare negli ospedali delle zone rosse. Dall’altro il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato la Centrale remota di soccorso sanitario (Cross), un meccanismo che consente, in caso di emergenza, di trasferire da una regione all’altra i malati se non ci sono posti disponibili. Il Dpcm firmato da Conte in serata contiene poi tutta un’altra serie di indicazioni. Raccomanda alle persone anziane di limitare le uscite da casa, ribadisce la necessità di evitare strette di mano, abbracci e baci, vieta la visita ai parenti dei ricoverati negli hospice e nelle residenze sanitarie assistite, così come l’attesa nei pronti soccorso per le persone che non devono essere visitate. Tutta l’attività dello sport di base in palestre, piscine e altri centri sportivi, invece, è “consentita esclusivamente nel rispetto delle raccomandazioni previste”.

Vale a dire mantenendo la distanza di un metro e usando tutte le precauzioni igienico sanitarie.

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