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Coronavirus, prima vittima negli Stati Uniti. Trump: “Niente panico”

Il nuovo coronavirus causa una prima vittima oltreoceano, mentre in Europa aumentano i casi.

Anche gli Stati Uniti patiscono gli effetti del nuovo coronavirus con la loro prima vittima. Alle altre circa 3 mila morti da Covid-19 nel resto del mondo, si aggiunge quella di una donna sulla cinquantina dello stato di Washington. I media Usa raccontano che la vittima era arrivata in ospedale con “gravi problemi respiratori”. Poco dopo la notizia del primo decesso americano, il governatore dello stato di Washington Yay Inslee ha dichiarato lo stato di emergenza, intimando le agenzie del suo governo a impiegare “tutte le risorse necessarie” per contenere la diffusione del virus. La preoccupazione sale, anche perché non risulta che la vittima e altri contagiati abbiano visitato zone dove il virus è presente, o siano stati in contatto con persone che potrebbero averlo contratto in quelle aree. Le autorità di Washington hanno gli occhi puntati su una casa di cura, sospettata di essere un focolaio, dove vivono 108 ospiti, 27 già con sintomi, e 180 dipendenti, di cui 25 con sintomi.

Secondo l’OMS negli Stati Uniti ci sono stati 62 contagi fino ad ora. Il Presidente Trump ha detto che altri casi sono “probabili” ma ha rassicurato che la nazione è pronta a ogni eventualità. Il suo vice Mike Pence ha nuovamente sconsigliato i viaggi nelle zone del mondo più colpite, come “alcune aree dell’Italia”. Nelle stesse ore, la American Airlines ha annunciato che tutti i voli da e per Milano sono sospesi dall’aeroporto Jfk di New York e da quello di Miami, complice anche il fatto che gli Usa hanno alzato l’allerta al massimo livello (4, ‘non viaggiare’) per le aree italiane più a rischio contagio. Il Presidente Trump cerca di tranquillizzare il paese: “non c’è alcuna ragione di farsi prendere dal panico”, ha detto. Intanto le prime scuole cominciano a chiudere, come la Jackson High School a nord di Seattle (Washington) e la Forest Hills Elementary fuori Portland (Oregon), entrambe per presunti casi di coronavirus.

Attualmente il virus è riscontrato in più di 85 mila casi in 57 stati del mondo, la maggior parte in Cina, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel frattempo, anche l’Australia e la Thailandia contano la loro prima vittima. Un uomo di 78 anni, australiano di Perth, è morto dopo aver contratto il virus sulla Diamond Princess il mese scorso. La nave da crociera trasportava circa 3.700 passeggeri, di cui più di 600 sono stati contagiati, e sei di loro non ce l’hanno fatta. In Thailandia invece, un ragazzo di 35 anni ha perso la vita, ma era anche affetto dalla febbre tropicale dengue. La Francia, con un centinaio di casi e due vittime, ha vietato gli assembramenti al chiuso con più di cinquemila persone, e a Parigi è stata ufficialmente annullata la mezza maratona. L’Irlanda ha comunicato di avere il primo contagio, un uomo che veniva dal Nord Italia. Anche in Lussemburgo è stato diagnosticato il primo caso, un quarantenne da poco tornato dall’Italia. La Germania aggiorna il conto a 60 contagi, la Spagna si ferma a 32.

Di A.C.

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