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Coronavirus, in Usa altri 288 morti in un giorno. Messico, 4.050 casi in 24 ore

 

Gli Stati Uniti hanno registrato altri 288 decessi per coronavirus in 24 ore, secondo il conteggio della Johns Hopkins University. La più grande economia del mondo è il Paese più colpito dalla pandemia con 125.768 morti su oltre 2,5 milioni di casi, secondo i dati dell’università con sede a Baltimora. A Los Angeles e in altre sei contee californiane è stato ordinato di chiudere di nuovo, mentre parti del Paese reintroducono le misure restrittive per cercare di arginare il recente nuovo balzo di contagi da coronavirus.

Il Messico ha registrato ieri 4.050 nuovi casi di coronavirus e 267 ulteriori decessi: lo ha reso noto il ministero della Sanità, secondo quanto riporta la Cnn. I nuovi dati portano il bilancio complessivo dei contagi a quota 216.852 e quello dei morti a 26.648. Il Messico è il settimo Paese al mondo con il più alto numero di morti provocati dal virus. Nonostante la situazione non accenni a migliorare, il presidente Andrés Manuel López Obrador ha annunciato che da oggi le misure restrittive nella capitale Città del Messico verranno abolite gradualmente.

La Libia ha registrato nelle ultime 24 ore altri 35 contagi da coronavirus, che portano a 762 il totale dei casi confermati nel Paese. Lo ha reso noto oggi il Centro nazionale libico per il controllo delle malattie sulla propria pagina Facebook. Allo stesso tempo, i morti sono saliti da 18 a 21 ed i guariti da 171 a 196. Il capo del centro nazionale per il controllo delle malattie della città di Sabha, nel Fezzan, Abdel Hamid Al-Fakhiri, ha detto che la regione meridionale ha il maggior numero di casi nel Paese (292).

Pechino ha registrato altri sette casi di Covid-19 a trasmissione domestica legati al focolaio partito dal mercato all’ingrosso Xinfadi: la Commissione sanitaria municipale, fornendo i dati di domenica, ha indicato anche un nuovo asintomatico, oltre a quattro casi sospetti. Dall’11 al 28 giugno le infezioni accertate nella capitale sono salite a 318, a fronte di 26 asintomatici. Ieri è stato disposto il lockdown per quasi mezzo milione di persone ad Anxin, area distante circa 60 a sud di Pechino, nell’Hebei, dopo il rilevamento di 11 contagi. Xu Hejian, portavoce della municipalità della capitale, ha descritto la situazione epidemica ancora “grave e complessa” dopo il recente rimbalzo. Intanto, la Commissione sanitaria nazionale ha citato 12 nuovi casi registrati domenica nel Paese, tra i 7 a Pechino e i 5 importati. Nel complesso, le infezioni si sono portate a 83.512: 418 pazienti sono ricoverati, di cui 8 in gravi condizioni. Sono 78.460 finora i guariti, a fronte di 4.634 decessi.

Frena il Brasile, soprattutto per i morti, ma non il Perù ed il Cile, per cui la pandemia da coronavirus mantiene la sua pericolosità in America Latina dove nelle ultime 24 ore i contagi sono saliti a 2.474.632 (+53.586) e i morti hanno raggiunto quota 111.934 (+1.477). E’ quanto emerge oggi da una elaborazione statistica realizzata dall’ANSA sulla base di dati ufficiali di 34 paesi e territorio latinoamericani. Prima fra le nazioni della regione, il Brasile ha confermato 1.344.143 contagi (+30.476) e 57.622 morti, con un incremento odierno di ‘sole’ 552 unità. Il gigante sudamericano è seguito da Perù (279.419 e 9.317) e Cile (271.982 e 5.509) e da altri sette paesi con più di 20.000 contagi: Messico (216.852 e 26.648), Colombia (91.769 e 3.106), Ecuador (55.255 e 4.429), Argentina (59.933 e 1.232), Repubblica Dominicana (31.373 e 726), Panama (30.658 e 592) e Bolivia (30.676 e 970).

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