Le sentenze, ha premesso Conte, “si possono discutere. Anzi, in tutte le democrazie avanzate il dibattito pubblico si nutre anche di questa discussione. L’importante è il rispetto dei ruoli e, in particolare, la tutela dell’autonomia della magistratura”. Allo stesso tempo, secondo il premier, “la crescita e lo sviluppo della nostra società deve muovere dal rispetto e dalla valorizzazione del patrimonio femminile: le donne, tutte le donne, sono una grande ricchezza, una preziosa risorsa che ci consentirà di costruire una società migliore. Dobbiamo maturare questa convinzione giorno per giorno, dobbiamo lavorare costantemente a questa rivoluzione culturale”. Chi invita ad andare cauti sulla vicenda di Genova (ma anche su quella di Bologna, precedente solo di qualche giorno), è il segretario dell’Associazione nazionale magistrati, Alcide Maritati: “Le sentenze si possono sempre criticare ma se si estrapolano frasi messe in circolazione sui media o sui social in maniera semplicistica questo scatena un dibattito non consapevole, che non parte dalla lettura del provvedimento giudiziario ma, scandalisticamente, estrapola una frase dal contesto logico, giuridico o argomentativo che invece andrebbe conosciuto”.