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Consumo ed erosione, dati al centro della Giornata del suolo

A livello mondiale, l’85% della perdita di suolo fertile deriva dall’erosione superficiale: ogni secondo, nel mondo, si perde suolo corrispondente ad un campo di calcio. Per la perdita di terreno agricolo, maggiore impermeabilizzazione del suolo (urbanizzazione), gli effetti distruttivi conseguenti al dissesto idrogeologico del territorio (frane, alluvioni) tendono ad aggravarsi.

Meno suolo si traduce in minore superfici dedicate all’agricoltura, riduzione della fertilità dei terreni, e meno cibo; tutto ciò a fronte di una popolazione mondiale in aumento che richiede, al contrario, maggiori derrate alimentari. Nel 2050 gli abitanti del Pianeta supereranno i 9 miliardi di persone con un aumento del 60% della domanda di cibo, foraggio e fibre entro quella data.

Il consumo di suolo resta elevato anche nel nostro Paese: nel 2018 si sono persi 51 chilometri quadrati di territorio, ovvero, in media, circa 14 ettari al giorno.

In totale, nel periodo 1956-2018, sono stati sottratti 2,3 milioni di ettari, pari al 7,64% della superficie nazionale, percentuale che arriva al 12,2% se si considerano solo i territori di pianura o con pendenza inferiore al 10%, che sono i più favorevoli per la produzione agricola.

Il grafico sulla situazione in Italia

elaborazione: Centro Studi Confagricoltura su dati Ispra

 

 

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