ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Como – L’anziana Dolores De Bernardi uccisa perché strillava troppo, indagate due anziane

Il delitto, avvenuto il 24 settembre dove aveva perso la vita l’anziana 91enne Dolores de Bernardi, potrebbe avere presto un colpevole.

La donna è morta per soffocamento dopo che qualcuno le aveva infilato due guanti di lattice in gola. Il movente potrebbe essere l’esasperazione per le continue urla e lamentele della donna, gravemente malata.

La Procura di Como ha infatti iscritto sul registro degli indagati due persone: una è la 94 enne compagna di stanza della vittima, che ha pesanti deficit cognitivi. L’altra è una donna di 78 anni. Quest’ultima residente con il marito in un mini appartamento all’interno della stessa casa di riposo, in via Tommaso Grossi a Como.

Se l’iscrizione sul registro degli indagati della compagna di stanza è sostanzialmente un atto dovuto, assai più significativo appare il ruolo della 78 enne, per la quale si ipotizza oltre al reato di omicidio volontario, anche quello di calunnia. La donna non solo è sospettata di avere ucciso l’anziana, ma di aver cercato di far ricadere le colpe del delitto sulla compagna di stanza della vittima, nascondendo guanti di lattice tra i suoi effetti personali.

Alla luce dei nuovi elementi emersi nel corso delle indagini, il pm ha disposto una perizia sui guanti trovati in gola alla defunta, alla ricerca di tracce di Dna, che potrebbero togliere ogni dubbio sull’autore del delitto.

La donna era senza figli ed era ricoverata alla Divina Provvidenza da sette anni, dove andavano a visitarla i nipoti.

Con il marito aveva gestito esercizi pubblici nella zona del lago e della Valle Intelvi.

A dare una mano agli inquirenti è stata proprio la nuova indagata, che è stata sorpresa dal personale del reparto mentre prendeva guanti dai carrelli. Lo ha fatto tre volte, nascondendoli nella borsa, sotto il cuscino e nella poltrona della compagna di stanza della vittima.

Facebook