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Colonia Fara: qual è il ruolo dell’avvocato Segalerba

Segalerba, capo del Consiglio Comunale e legale della società Fara srl, avrebbe un ruolo nelle misteriose modifiche al piano di ristrutturazione dell’ex Colonia.

La colonia Fara è un edificio costruito negli anni Trenta a Chiavari, in provincia di Genova, perché venga usata come colonia estiva per i bambini. Negli anni, la sua destinazione d’uso è cambiata molte volte, fino ad arrivare ad oggi. In questo momento, infatti, la sua situazione appare ancora poco chiara. Nel 2014, infatti, viene acquisita dalla Fara srl per essere riqualificata. Peccato che nel 2018 i lavori ancora non siano stati completati e addirittura spuntino delle modifiche nel piano presentato inizialmente.

Soprattutto, risulta poco chiaro il ruolo dell’avvocato Antonio Segalerba, presidente del Consiglio Comunale di Chiavari e legale della Fara srl. La ricetta per un conflitto d’interessi.

 

1935: la costruzione

L’edificio viene commissionato dal Partito Nazionale Fascista perché sia una colonia estiva per i bambini. La colonia Fara viene dunque realizzata dagli architetti Camillo Nardi Greco e Lorenzo Castello. Si tratta di un tipico esempio di Razionalismo italiano. Verso la fine della guerra, tra il 1945 e il 1947 l’edificio ospita i profughi istriani, scampati alle persecuzioni in ex Jugoslavia.

 

1960-1990: da albergo internazionale della gioventù italiana ad associazione sportiva

Nel 1960 si assiste ad un nuovo utilizzo dell’edificio. Viene trasformato in albergo internazionale della gioventù. Solo ora si chiamerà, per la prima volta, Faro. Peccato che l’albergo ebbe vita breve. Venne infatti chiuso poco dopo e l’edificio rimase abbandonato per vent’anni. Nel 1980 Il Faro viene acquisito dal Comune di Chiavari. La Regione Liguria decise di cederlo a causa di una serie di vincoli sullo stabile che ne impedivano l’utilizzo. A questo punto, il Comune di Chiavari decide di inserire all’interno del Faro sia un’associazione sportiva che una scuola elementare. Neanche a questo punto l’edificio trova pace. La scuola elementare, infatti, verrà spostata tra il 1998 e il 1999. Ma come mai? Sembra infatti che non fosse possibile accedere a metà dell’edificio. La parte superiore era assolutamente inaccessibile. Per non parlare del fatto che alcuni gabbiani avevano iniziato a colonizzare l’edificio con i loro nidi.

 

Dal 2008 al 2012: Legambiente blocca la vendita

Nel 2008 il Comune di Chiavari ottiene l’autorizzazione di alienare l’edificio. Peccato che Legambiente impugni la sentenza del TAR e glielo impedisca.

Qual è il ruolo giocato da Antonio Segalerba in tutto ciò? Basta arrivare al 2013. Durante l’estate, l’ex assessore all’urbanistica presenta un’ offerta per l’acquisto dell’edificio per conto della Fara srl. L’offerta ammonta a 5.500.000 euro. A questo punto sorge spontaneo domandarsi da dove arrivi la Fara srl. Al suo interno c’è Luigi Bottini, che faceva già parte di Centro Arte srl, un’altra società che aveva già provato ad acquistare l’edificio nel 2012. Peccato che l’offerta di Segalerba venga presentata al di fuori delle procedure stabilite dal Comune. Per questo motivo, alla fine la trattativa non inizierà mai. Si riparte quindi con le aste. Tuttavia, dopo il terzo tentativo andato a vuoto, si decide di optare per le aste a base volontaria, con un minimo di 7.450.000 euro. La base d’asta è stata stabilita dal commercialista Quaglia dopo una perizia. In tutto ciò, Segalerba cura gli interessi della Fara srl per conto di Bottini.

 

2014 e 2015: acquisto e riqualificazione

Alla fine, dopo diversi tira e molla, la Fara srl riesce ad acquistare il complesso per 6.750.000 euro. A questo punto, la società inizia i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza dello stabile. L’anno successivo, annuncia di voler trasformare l’edificio. Attraverso dei lavori, nell’ex Colonia verranno costruiti un albergo a 4 stelle, un bar, una spa, un ristorante, un’area verde di 600 m², una passerella per arrivare al mare e oltre 50 parcheggi per chi usufruirà dell’albergo. Insomma, un progetto in grande. I lavori sarebbe dovuti iniziare a settembre 2015 ed essere conclusi nell’arco di due anni. La spesa si sarebbe aggirata tra i 12 e i 15 milioni di euro. Insomma, a questo punto, la Fara srl sembrerebbe aver raggiunto il suo scopo. Ormai l’acquisto e la riqualificazione dell’area sembrano essere realizzati in concreto.

 

2018: i lavori di riqualificazione hanno qualche problema

A luglio 2018 Roberto Levaggi, Daniela Colombo e Silvia Garibaldi, tre consiglieri comunali di Noi di Chiavari hanno denunciato delle irregolarità nei lavori. “Il progetto è stato modificato senza passaggi né in commissione né in consiglio comunale. E le modifiche sono piuttosto rilevanti”. I tre consiglieri, in particolare, si rivolgono al sindaco Marco Di Capua e ad Antonio Segalerba. Gli domandano: “le motivazioni che hanno indotto il Comune, in persona del Dirigente responsabile del Settore facente parte del Collegio di Vigilanza, a dare il proprio assenso a questa variante progettuale”. Non si tratta dunque di una questione di secondaria importanza. Come è possibile che siano avvenuti dei cambiamenti senza che fossero resi noti? Ma non solo. Dai cambiamenti apportati emerge che: “la Pubblica Amministrazione non riceva in cambio sostanziali e congrui vantaggi sia sotto il profilo patrimoniale che economico”. Perché il Comune dovrebbe acconsentire a dei lavori di riqualificazione che non portino alcun vantaggio sostanziale alla cittadinanza? Bella domanda. In tutto ciò, Di Capua e Segalerba non danno una risposta.

 

Le modifiche

Nel verbale del Collegio di Vigilanza in cui si parla del ridimensionamento dei lavori è possibile leggere che verranno eliminate le 99 cabine balneari previste, che avrebbero portato molti posti di lavoro. Non solo, si parla anche del ridimensionamento, con questo specifico termine, della spa. Invece di essere costruita su due livelli, sarà solo su uno. La minoranza definisce le modifiche: “Un’operazione che fa risparmiare al privato circa due milioni di euro e che prevede per il Comune la modestissima contropartita di appena tre posti auto”. Un guadagno decisamente infimo rispetto a quello che sarebbe stato senza le nuove modifiche. Il caso scoppia nel momento in cui Noi di Chiavari entra in possesso del verbale. A questo punto l’opposizione si chiede: “Come mai è stata autorizzata questa variante sostanziale senza passare dal Consiglio Comunale? Perché si è voluto tenere all’oscuro i chiavaresi? Che cosa c’è da nascondere? Chi ha seguito la questione per la giunta? È stato il sindaco Di Capua, delegato all’Urbanistica, o il suo plenipotenziario avvocato Segalerba?”.

 

Le sedute mancate

Mentre queste domande attendono una risposta, Segalerba lascia la seduta del consiglio comunale del 27 luglio. Casualmente prima di discutere della questione Fara. L’opposizione non accetta questo modus operandi. Così decide di convocare un altro Consiglio Comunale il 16 agosto, immediatamente dopo ferragosto. Peccato che Segalerba non ci sia. È in ferie. Appare dunque chiaro che l’avvocato non voglia parlare della questione. Almeno non di persona durante una seduta del Consiglio Comunale. Sarebbe un problema se farlo rientrasse nei suoi doveri. Nel frattempo arriva Di Capua con una risposta non-risposta.

“Ero a conoscenza della pratica. Ho incaricato il dirigente Ing. Luca Bonardi di verificare, in sede di Collegio di Vigilanza (Seduta del 9/05/18 ore 10.30 in Regione Liguria), che le varianti presentate rispettassero i contenuti sostanziali dell’Accordo di Programma. In quella sede l’architetto Montarsolo, delle Regione Liguria, ha precisato che il compito del Collegio di Vigilanza è quello di verificare se queste varianti vanno ad alterare i contenuti sostanziali in termini di opere pubbliche e quantità di standard pattuiti, tenendo in considerazione le eventuali norme di flessibilità dello SUA (Stazione Unica Appaltante) stesso. Da quanto esaminato, si è ritenuto che tale rimodulazione non costituisca modifica sostanziale al contenuto dell’Accordo di Programma, soprattutto per quanto concerne le previste opere di urbanizzazione. Pertanto, la pratica ha solamente avuto uno sviluppo di tipo tecnico, senza necessità di passaggio in Consiglio Comunale”.

La risposta di Di Capua, tuttavia, appare inconsistente. Perché certe cose non le ha dette durante la seduta del Consiglio Comunale? Mistero. In tutto ciò, Di Capua ha dichiarato che: “La variante alla Fara sta seguendo l’iter dell’accordo di programma firmato proprio da Levaggi. È stato lui a introdurre norme di flessibilità progettuale che escludono l’intervento del Consiglio Comunale per le modifiche richieste”.

 

Continua a rimanere un mistero perché Segalerba mantenga il silenzio sulla questione. Nel frattempo, i consiglieri dell’opposizione di Noi di Chiavari sono pronti a passare all’azione. Hanno infatti dichiarato che: “Noi siamo pronti a portare la questione presso tutte le sedi che riterremo opportune. Abbiamo una documentazione molto cospicua in tal senso”.

 

A cura di B.P.

 

 

 

 

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