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Cessione del quinto: conviene? quando? a chi? e a cosa fare attenzione?

Cessione del quinto: conviene? quando? a chi? e a cosa fare attenzione?

Quando conviene davvero la cessione del quinto? Tra gli strumenti finanziari più classici – esiste, infatti, in Italia almeno dagli anni Cinquanta – è il tipo di credito a cui sempre ambiscono dipendenti pubblici e privati, membri delle forze dell’ordine, pensionati ogni qualvolta abbiano bisogno di liquidità. Quello che proveremo a fare di seguito è, così, capire quali sono i vantaggi della cessione del quinto e se ci sono, invece, ragioni per cui anche chi abbia un contratto a tempo indeterminato dovrebbe guardarsi intorno alla ricerca di altre soluzioni creditizie.

Tutto quello a cui fare attenzione prima di chiedere la cessione del quinto

Partiamo da come funziona: semplificando molto, la cifra data in prestito a chi chiede la cessione del quinto viene restituita con la sottrazione, ogni mese, di fino a un massimo di un quinto dello stipendio netto. Basta questo per rendersi conto di uno dei principali vantaggi di questa soluzione creditizia: rate e tassi rimangono fissi per tutta la durata dell’ammortamento – da 24 a 120 mesi, a seconda delle proprie esigenze – e, cioè, si può calcolare il preventivo per la cessione del quinto con i semplici strumenti messi a disposizione in Rete da banche e istituti di credito, avendo indietro un quadro piuttosto realistico e immutabile di quello che accadrà chiedendo la cessione del quinto alla propria banca. L’altro elemento di sicuro vantaggio di questa soluzione è che, soprattutto se ci si rivolge appunto a banche di cui si è già clienti, le procedure sono snelle, i passaggi burocratici limitati e i tempi di attesa perché la propria domanda di cessione del quinto venga accettata brevi. Molti, anzi, finiscono per preferirla ad altri tipi di prestito anche perché tutto avviene automaticamente ogni mese, con trattenuta sulla busta paga, e questo riduce il rischio di dimenticarsi del pagamento della rata o di farlo in ritardo, cose che non fanno certo bene alla propria fama di creditore. Naturalmente ci sono altri vantaggi di natura più strettamente finanziaria: la cessione del quinto non è un prestito finalizzato, per esempio, e non richiede, cioè, di documentare che tipo di spese si effettueranno e, cosa non meno importante, non richiede garanzie come un’ipoteca, la firma di una terza persona come garante, una fideiussione, eccetera. Ancora, si può rinnovare la cessione del quinto qualora si avesse bisogno di ulteriore liquidità con condizioni da contrattare con la propria banca o, al contrario, si può estinguere anticipatamente se la cifra residua non supera i diecimila euro (o, nel caso in cui così non fosse, pagando interessi che vanno dallo 0.5% all’1%).

Proprio interessi e spese fisse sarebbero, secondo gli esperti, gli elementi a cui fare più attenzione quando si chiede la cessione del quinto. Capita qualche volta, infatti, che il TAEG per questa forma di credito sia relativamente più alto rispetto a quello che la stessa banca applica a prestiti personali e prestiti finalizzati, per esempio. Soprattutto, sia il dipendente ancora in età lavorativa e sia il pensionato che provino ad accedere alla cessione del quinto hanno da sostenere spese aggiuntive come quelle per un’assicurazione sui rischi lavorativi nel primo caso e, nel secondo, una polizza sulla vita: il proprio contratto a tempo indeterminato e la propria pensione fungono certamente in una certa misura da garanzie, ma banche e istituti di credito provano a aumentarle il più possibile ed è la stessa ragione per cui, per esempio, sebbene formalmente si possa accedere alla cessione del quinto fino a 90 anni, in molti casi per minimizzare il rischio vengono accettare richieste solo da chi abbia fino a 85 anni.

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