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Cesare Battisti si dichiara colpevole per i 4 omicidi per cui è stato condannato: “Guerra giusta, ma ora chiedo scusa alle vittime”

L’ex terrorista si è dichiarato colpevole davanti al procuratore aggiunto di Milano, Alberto Nobili

 

Cesare Battisti, per la prima volta, collabora con i magistrati e ammette di essere stato l’esecutore di quattro omicidi, delle gambizzazioni e delle rapine per cui era stato accusato. L’ex terrorista è stato interrogato dal procuratore aggiunto di Milano, Alberto Nobili, nel carcere di Oristano dove è recluso, in presenza del suo avvocato Davide Steccanella. Battisti ha dichiarato di aver partecipato ai due omicidi di cui è stato esecutore materiale e agli altri due per i quali è stato riconosciuto mandante. “È stata una guerra giusta, ma ora chiedo scusa alle vittime”, ha detto l’ex l’ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo. “Io allora ci credevo come tanti altri”, ha poi aggiunto per spiegare le motivazioni che lo hanno spinto negli anni ’70 a quella “guerra civile e insurrezione armata contro lo Stato”.

“L’ammissione di Battisti fa giustizia di tante polemiche che ci sono state in questi anni, rende onore alle forze dell’ordine e alla magistratura di Milano e fa chiarezza su un gruppo, i Pac, che ha agito dalla fine degli anni ’70 in modo efferato”, ha comunicato il procuratore capo Greco, che ha pubblicato l’ammissione fatta dall’ex terrorista. “Non si parla di collaborazione con la giustizia ma semplicemente di importantissime ammissioni, da parte di una persona che ha barato per 37 anni”.

Battisti dopo quasi 40 anni di latitanza e a due mesi dall’arresto in Bolivia, non si è pentito ma ha ammesso di aver causato dolore, chiedendo scusa ai congiunti delle persone assassinate. “Mi rendo conto del male che ho fatto e mi viene da chiedere scusa ai familiari delle vittime”.  Nello specifico gli omicidi ammessi di fronte ai pm sono: quella del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978; quella del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi da gruppi dei Pac il 16 febbraio 1979, il primo a Milano e il secondo a Mestre; e quella dell’agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978.

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